I pm: «Giovanni Toti può vedere Matteo Salvini». E il vicepremier: «Arresti curiosi»
Il leader della Lega: «Spero che tanti imprenditori aiutino la politica». L’ultimo sì dal gip forse già oggi. Giovedì in piazza la sinistra, attesi anche Conte e Schlein
GENOVA - «Che in passato ci fosse un sistema basato sulla corruzione è innegabile, ma la caccia alle streghe non fa bene a nessuno», dice Matteo Salvini a chi gli chiede che ne pensi dell’inchiesta che ha portato ai domiciliari il governatore della Liguria Giovanni Toti, salvo subito escludere che stia giudicando come si sono mossi i magistrati di Genova ma senza rinunciare a definire «curioso» che dopo due mesi gli arresti non sono stati ancora revocati.
A Genova per un evento sulle grandi opere organizzato dal suo ministero, il responsabile delle Infrastrutture Matteo Salvini dà ancora una volta tutta la sua solidarietà a Giovanni Toti accusato di corruzione, falso e voto di scambio nell’inchiesta che dal 7 maggio ha squassato la politica ligure. Il governatore non ha alcuna intenzione di dimettersi — come gli chiederà ancora il centrosinistra giovedì nella manifestazione lanciata dal consigliere regionale Ferruccio Sansa dove sono attesi anche Elly Schlein e Giuseppe Conte — nonostante un passo indietro potrebbe (ma non è certo) favorire la revoca degli arresti.
Ieri i pm della Procura guidata da Nicola Piacente hanno dato parere favorevole a che Totti incontri Salvini nella sua casa di Ameglia (La Spezia) dove è ai domiciliari. L’incontro, però, non sarebbe potuto avvenire comunque, sia perché sarebbe stato complicato modificare in corsa il programma del vicepremier, sia perché il gip fino a sera non lo aveva ancora autorizzato, come già fatto nelle scorse settimane quando gli ha consentito di ricevere i vertici della sua giunta, della maggioranza di centrodestra e nazionali di Noi moderati, il suo partito.
«Conto di incontrarlo il prima possibile per parlare di futuro e di lavoro, perché spero che nessuno voglia bloccare lo sviluppo del porto di Genova» che, dice Salvini, così come tutta la Liguria «da un decennio (Toti la guida dal 2015, ndr) sta vivendo un rinascimento». La difesa di Salvini assume toni più forti quando dice di rispettare il lavoro dei pm, ma allo stesso tempo di considerare «strano» che un governatore stimato dai cittadini stia da oltre due mesi agli arresti «prima ancora che inizi un processo», visto che, ne è convinto, non c’è pericolo di fuga e, dato il clamore della vicenda, neppure di reiterazione del reato o, dopo quattro anni di indagini e intercettazioni, di inquinamento delle prove. Toti «si difenderà nel processo, se ci sarà, ma tenerlo ai domiciliari senza dargli la possibilità di andare a fare il suo lavoro mi sembra qualcosa di inusuale».
Il segretario della Lega vuole che l’inchiesta si chiuda «in fretta» per evitare «di tenere in sospeso la regione per mesi e mesi» con le grandi opere che sono in corso o in programma («non si fermeranno»), come la diga foranea, gli interventi sulla viabilità e sulle ferrovie: «Se c’è qualcuno che ha sbagliato è giusto che paghi, però guardare con sospetto gli imprenditori, i sindaci e gli amministratori fermerebbe il Paese». Ancora: «Il problema non sono i finanziamenti leciti degli imprenditori alla politica, ma la corruzione: se uno dà qualcosa in cambio di qualcosa altro è chiaro che non funziona».
Intanto dovrebbe essere vicina la decisione del gip Paola Faggioni sulla richiesta di domiciliari presentata della difesa di Paolo Signorini. Per l’ex presidente dell’autorità portuale, il solo in cella, il Riesame aveva dato via libera alla scarcerazione a patto che, dato che non avrebbe più un soldo, qualcuno provasse di poter provvedere alle sue necessità: un fratello pagherà l’affitto di una casa dove Signorini andrà a vivere con la figlia. Il Riesame, infine, deve decidere se trasformare i domiciliari in una misura interdittiva dalle cariche societarie per Aldo Spinelli, l’84enne imprenditore portuale accusato di aver corrotto Toti e Signorini.
La newsletter Diario Politico
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter "Diario Politico". E' dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.