Mattarella firma il ddl concorrenza ma scrive alle Camere: richiamo sulle proroghe per ambulanti e balneari

Buon anno da Sergio Mattarella. Come per le concessioni ai balneari, un anno fa, ora anche per quelle agli ambulanti contenute nella legge sulla Concorrenza il Capo dello Stato infligge uno schiaffo morale al governo, ravvisando “rilevanti perplessità di ordine costituzionale”.

Lo fa con una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni e ai presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, all’atto della promulgazione della norma, firmata soltanto, puntualizza, perché rappresenta uno dei traguardi del Pnrr e come tale investita della massima urgenza.

Ma i difetti appaiono macroscopici. Mattarella stila un lungo elenco, molto tecnico, di incongruenze, lamentando che la legge è basata su una concezione tale da premiare l’esistente, garantendo chi ha già.

Ciò è avvenuto “introducendo nel commercio su aree pubbliche la proroga automatica della concessioni in essere, per un periodo lungo”. Il periodo lungo è di dodici anni. “Una proroga eccessiva e sproporzionata”, bacchetta il Quirinale. Con “l’incongruenza di prevedere una proroga automatica per quelle in essere (dodici anni, appunto) rispetto a quelle delle nuove concessioni”.

È un bacino elettorale della destra, che il governo ha voluto proteggere. Così come aveva già fatto con i balneari, in stridente contrasto con i principi “più volte ribaditi”, dalla Corte di Giustizia, dalla Consulta, dalla giustizia amministrativa, dal Garante della concorrenza. Una chiusura autarchica. Indifferente al mercato e alla concorrenza, tipica dei sovranisti nostrani.

Mattarella li invita a rimetterci mano. La legge così com’è è in contrasto con le regole europee, “perché i criteri per il rilascio di nuove concessioni finiscono per favorire i concessionari uscenti”. Sotto accusa è l’articolo 11. “Con una disposizione di cui non sono chiare la ratio e l’impatto le concessioni non interessate ai procedimenti di rinnovo sono automaticamente prorogate sino al 31 dicembre 2025”.

Ora al Colle si aspettano, “a breve”, una modifica. Giorgia Meloni e Matteo Salvini gli daranno retta, rispettando la giurisprudenza, o faranno orecchie da mercante, come per i balneari? È nella sfida di questa legge la risposta.