Nella settimana del Consiglio europeo chiamato a esprimersi sull’avvio della procedura di adesione dell’Ucraina all’Ue, un traguardo che potrebbe saltare per il veto dell’Ungheria di Viktor Orb�n, un sondaggio dello European Council on Foreign Relations (Ecfr) documenta le divisioni in sei Stati membri. Tra quelli della rilevazione ci sono due Paesi fondatori, Francia e Germania; la Danimarca che ha aderito all’Europa nel 1973, l’Austria (1995), Polonia e Romania, entrate negli allargamenti del 2004 e del 2007. In met� di questi, i cittadini intervistati sono contrari a un ingresso di Kiev nell’Unione ora.
Francia e Germania fredde sull’ingresso dell’Ucraina nell’Ue
I membri pi� recenti, invece, sono a favore dell’allargamento. Un sondaggio dello E uropean Council on Foreign Relations (condotto in 6 Stati membri) riscontra timori per la sicurezza ma anche un’apertura al futuro di Kiev nell’Unione, pi� che per gli altri Paesi in lista d’attesa

Si osserva, fa notare l’Ecfr, una divaricazione nelle risposte tra i membri �storici� e quelli pi� recenti dell’Ue. I primi sono pi� restii tanto ad aprire la porta all’Ucraina oggi (grafico qui sopra), quanto a considerare quella attuale una buona fase per l’allargamento, come mostra il terzo grafico.
In generale, considerando la media nei 6 Paesi, il 44 per cento di chi riscontra conseguenze negative nell’accesso ucraino � comunque a suo favore, mentre � contrario il 27 per cento. Tradotto: i timori, nei vari campi dell’indagine, non precludono un futuro europeo. Se Danimarca (50%) e Polonia (47%) fanno registrare i livelli pi� alti di consenso, � in Austria che si assiste alla maggiore ostilit�: � contrario all’ingresso ucraino met� del campione.
Le ragioni di questo esito si misurano (anche) analizzando, come fa il sondaggio, i timori dei cittadini. Se le ricadute percepite come positive si concentrano sull’economia, sia dell’Ue sia dei singoli Stati, e su un accresciuto peso geopolitico dell’Unione nel mondo, le preoccupazioni pi� forti sono sulla sicurezza. In questo campo, l’ingresso di un Paese in guerra avrebbe �un impatto negativo� per il 44 per cento degli intervistati nei sei Stati.
� interessante guardare le posizioni sull’allargamento dell’Unione in generale. Come detto, i membri pi� recenti dell’Ue sono anche quelli pi� propensi all’ingresso di nuovi Paesi. Francia, Germania e Austria sono per contro quelli pi� scettici sull’espansione �in questo momento�, nonostante il contesto internazionale sia — secondo gli analisti dell’Ecfr — pi� favorevole all’allargamento oggi di quanto non fosse vent’anni fa. �Il summit di questa settimana potrebbe essere il pi� importante della storia recente del blocco�, per Engjellushe Morina, senior policy fellow del think tank.
Oltre all’Ucraina, il Paese candidato pi� saliente, l’indagine ha sondato anche le opinioni sulla Moldavia, di cui la Commissione europea ha raccomandato l’accesso insieme a Kiev, e su altre nazioni in lista d’attesa da tempo. Con l’eccezione della Georgia, che aveva fatto domanda insieme a Kiev e Chișinău nel 2022, si tratta dei Balcani occidentali: Montenegro, Bosnia, Macedonia del Nord, Serbia, Albania e Kosovo.
In tutti questi i casi, nei sei Paesi della ricerca, si dice favorevole a un ingresso solo meno di un terzo degli intervistati. Da segnalare una marcata e trasversale contrariet� sulla Turchia, che risulta candidata dal 1999 ma negli anni del nazionalismo neo-ottomano del presidente Recep Tayyip Erdoğan si � allontanata sempre di pi� da questo orizzonte.
�La retorica geopolitica di Bruxelles nasconde profonde preoccupazioni negli Stati membri sulle potenziali conseguenze dell’allargamento e un diffuso scetticismo sulla capacit� dell’Ue di assorbire nuovi Stati membri — commenta Piotr Buras, capo dell’ufficio dell’Ecfr a Varsavia —. Per ricomporre possibili scismi, e dare a questi sforzi qualche possibilit� di successo, i leader europei dovrebbero valutare di fornire una timeline concreta per l’ingresso dei nuovi membri�.
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12 dicembre 2023 (modifica il 12 dicembre 2023 | 08:04)
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