Orbán, l’amico di Putin: perché la sua Ungheria è il grande ostacolo all'ingresso dell'Ucraina nell'Ue

di Luigi Ippolito

Il passato, il nodo energetico e la psicologia di un Paese sospeso tra Oriente e Occidente: perch� l’Ungheria di Orb�n (parola di ministri) � il grande ostacolo al via libera Ue per l’adesione di Kiev

Orbán, l’amico di Putin: perché la sua Ungheria è il grande ostacolo all'ingresso dell'Ucraina nell'Ue

DAL NOSTRO INVIATO
BUDAPEST - Dall’alto del castello di Buda, di l� dal Danubio che scorre maestoso ai suoi piedi, oltre i tetti di Pest, si scorge la pianura orientale, che si perde verso un orizzonte che appare infinito: questo era il limes dell’impero romano, l’ultimo avamposto della civilt�, baluardo contro le barbare trib� pannoniche. E ancora oggi questa � una terra di mezzo, sospesa fra due mondi, che ascolta ansiosa l’eco della guerra giungere da quelle piane sarmatiche, dal confine con l’Ucraina.

Questa settimana ci si appresta a un tornante decisivo: il vertice a Bruxelles dell’Unione europea che deve dare il via all’adesione di Kiev alla Ue e sbloccare 50 miliardi di fondi per il sostegno alla causa ucraina. Ma a mettersi di traverso � proprio l’Ungheria, che da settimane minaccia il veto: �� chiaro che la proposta della Commissione europea per l’accesso dell’Ucraina alla Ue � infondata e mal preparata�, ha tuonato su X (Twitter) il primo ministro di Budapest, Viktor Orb�n.

Lui � visto da pi� parti come la quinta colonna in Europa della Russia putiniana: ma dietro la posizione ungherese si cela un groviglio di ragioni storiche, economiche e psicologiche che occorre provare a sbrogliare se si vuole evitare il fallimento di un summit che vorrebbe essere di portata epocale.

Gi� la relazione di Budapest con Kiev � complessa: storicamente buoni dopo l’indipendenza dell’Ucraina, i rapporti si sono guastati a causa della questione della minoranza ungherese, forte di almeno 100 mila persone. Il governo di Orb�n accusa le autorit� ucraine di aver conculcato i diritti della comunit� magiara, che loro considerano parte integrante della nazione e che non vuole finire assimilata.

Dunque il conflitto russo-ucraino � visto innanzitutto attraverso questo prisma: �Tocca le nostre vite pi� che una semplice guerra in un Paese vicino�, spiega il vice-ministro degli Esteri di Budapest, Levente Magyar. Ma c’� di pi�: �L’Ucraina non � pronta per i colloqui di adesione — aggiunge Magyar —: � un Paese in guerra, in crisi, il momento non � maturo�. �A Kiev non c’� una democrazia funzionante — rincara la dose Janos Boka, ministro per gli Affari europei — hanno rinviato le elezioni, non hanno una stampa libera�. �L’Ucraina non soddisfa nessuno dei criteri della Ue�, sintetizza lapidario Zoltan Kovacs, segretario per le Relazioni internazionali del governo. Ma soprattutto, conclude Boka, �l’ingresso di Kiev nella Ue non porter� stabilit�, porter� invece la guerra in Europa�.

Dietro le ragioni pratiche e politiche, si scorge per� la questione inaggirabile del legame con la Russia. I rapporti fra Budapest e Mosca non sono mai stati semplici, la memoria dell’invasione sovietica del 1956 � pi� che viva nella coscienza collettiva: �La nostra non � una storia d’amore n� un rapporto storico — spiega il vice-ministro degli Esteri — � un approccio pragmatico: finch� la Russia non � una minaccia diretta, vogliamo mantenere la cooperazione. E l’imperativo a continuarla � imposto dalla nostra situazione energetica�, che vede l’Ungheria quasi totalmente dipendente dalle forniture di gas e petrolio da Mosca. �Per noi liberarci dal gas russo in breve tempo non � fattibile — spiega Attila Steiner, segretario di Stato per l’Energia —. Stiamo diversificando, ma sar� un processo graduale�.

Per questo Orb�n � accusato di essere il burattino di Putin, cos� da incontrarlo in maniera tanto calorosa quanto controversa due mesi fa a Pechino. �Ma se il leader di un grande Paese come la Russia chiede di vedere il premier di una piccola nazione — si giustifica Zsolt Nemeth, influente presidente della commissione Esteri del Parlamento magiaro — quest’ultimo cosa pu� fare, dirgli di no?�.

Eppure � tutto il giudizio sul conflitto russo-ucraino a essere assai diverso da quello, ad esempio, che prevale in Polonia o nei Paesi baltici: gli ungheresi non lo percepiscono come una minaccia diretta ed esistenziale, lo vedono come un conflitto locale di cui non si sentono parte e in cui non vogliono entrare perch�, dicono, �abbiamo sperimentato troppe volte la natura selvaggia della guerra�.

Per questo a Budapest danno voce esplicitamente a quella stanchezza che comincia ormai a serpeggiare anche in Occidente: �La strategia della Ue � puntare alla vittoria dell’Ucraina — sostiene il ministro per gli Affari europei — ma cos� si potrebbe andare avanti per sempre: e siamo pronti a continuare all’infinito? Non c’� una strategia coerente, l’Europa illude Kiev che l’ingresso sia dietro l’angolo. C’� invece un’alternativa? Dobbiamo discuterne�.

Per gli ungheresi occorre trovare una soluzione al pi� presto per fermare il bagno di sangue, perch� secondo loro �non esiste una soluzione militare al conflitto�, come dice il ministro per la Difesa di Budapest, Kristof Bobrovniczky: �Gli altri Paesi continuano a rovesciare armi in Ucraina, noi invece no�. �Chiediamo negoziati senza precondizioni — indica Levente Magyar — perch� ogni accordo � meglio della guerra: anche noi in passato abbiamo rinunciato a parte dei nostri territori�, come accadde alla fine della Prima guerra mondiale, quando l’Ungheria venne amputata dei due terzi.

Ed � forse questa la chiave di tutto: la condizione di un piccolo Paese che vede la cifra della propia sopravvivenza nel trovare posto fra le sfere di influenza delle grandi potenze, tra cui � stato sballottato per secoli. Un Paese troppo a Oriente per l’Occidente e troppo a Occidente per l’Oriente: e che ora � chiamato a scegliere.


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11 dicembre 2023 (modifica il 11 dicembre 2023 | 07:14)

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