Armi all'Ucraina, Biden si scusa con Zelensky. Mosca: «La Francia nel conflitto»
Macron: «Non saremo i soli a mandare istruttori a Kiev». Il presidente Usa paragona Putin a Hitler
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - Dopo una giornata di incontri e celebrazioni tra Parigi e la Normandia, alla conferenza stampa conclusiva Macron-Zelensky all’Eliseo il presidente francese ha confermato che la Francia invierà istruttori sul territorio ucraino per formare i soldati di Kiev, e ha aggiunto che «non saremo soli: molti Paesi hanno già dato il loro consenso, nei prossimi giorni finalizzeremo la coalizione».
Macron non esita ormai a rivestire il ruolo del leader europeo più duro contro la Russia e le sue minacce, respingendo però le accuse di provocare l’escalation: «Inviare istruttori in Ucraina non è un’escalation, ma la risposta legittima a una domanda sovrana del governo di Kiev, che è costretto ad aumentare la mobilitazione e quindi a formare in fretta un maggior numero di nuovi soldati. L’escalation la fa la Russia quando bombarda obiettivi di civili, cosa che peraltro costituisce un crimine di guerra. Se avessimo dato ascolto alla Russia, in questi anni non avremmo fornito una sola arma all’Ucraina, che adesso sarebbe in condizioni peggiori».
Il presidente Zelensky ringrazia la Francia e l’Europa per il sostegno e per gli aerei Mirage che Parigi invierà al più presto, e ricorda che il summit per la pace della prossima settimana in Svizzera potrebbe essere «un primo passo verso la fine della guerra»: «Dobbiamo dimostrare che il mondo sta con l’Ucraina e non ha paura della Russia».
Nella giornata in cui il presidente Joe Biden ancora in visita in Francia chiede pubblicamente scusa a Zelensky per il ritardo nella fornitura di armi americane, nel giorno dei discorsi solenni sui luoghi dello sbarco in Normandia e dei paragoni tra il totalitarismo nazista di 80 anni fa e quello russo di oggi, e dell’annuncio di Macron sull’avvio dei negoziati entro la fine del mese per l’adesione dell’Ucraina alla Ue, l’aiuto occidentale sembra passare a un livello superiore. E quindi salgono di grado anche le minacce di Mosca, con il presidente russo Vladimir Putin che al forum economico di San Pietroburgo dice che «potremmo usare le armi nucleari per vincere più velocemente, ma la vita e la salute dei nostri ragazzi che combattono al fronte è molto più importante». In sostanza, Putin dice di non usare l’atomica non per risparmiare le vite di migliaia di civili innocenti, ma per tutelare i suoi soldati.
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov invece sostiene che gli annunci di Macron dimostrano che «la Repubblica francese è pronta a partecipare direttamente al conflitto militare». Lo scontro sempre più aperto tra Francia e Russia si articola anche con l’arresto a Mosca di un cittadino francese, Laurent Vinatier, attivista di una ong ma accusato di spionaggio, e con la detenzione a Parigi di un 26enne pro-russo del Donbass, che ha combattuto due anni nell’esercito russo, rimasto ferito tre giorni fa nell’esplosione dell’ordigno che stava preparando nella sua camera di albergo dell’aeroporto di Roissy.
Oggi a Parigi visita di Stato di Biden — «Gli americani sono pronti ad affrontare Putin» come affrontarono Hitler, ha detto ieri in Normandia — e altre prese di posizione contro il Cremlino. Ma a partire da domani sera, con la probabile larga vittoria del Rassemblement national alle elezioni europee, il clima pro-ucraino e anti-Cremlino di queste ore potrebbe affievolirsi, almeno in Francia.