Putin non è fascista ma neppure comunista
Caro Aldo,
prendiamo atto di una Storia che da sessant’anni viene raccontata secondo l’ideologia della Sinistra, la quale ha deciso cosa va detto o scritto e cosa no. Ma definire Putin «fascista» quando è stato, e continua ad essere nella mentalità, negli strumenti e nella repressione della libertà, un vero comunista, copre di ridicolo chi afferma ciò. «Esageruma nen» direbbero in Piemonte.
Daniele Carozzi
Caro Daniele,
Sono d’accordo con lei. Applicare le categorie del passato al presente è sempre sbagliato. Se sono tutti fascisti, nessuno è fascista. Il fascismo è un fenomeno storico ben preciso. Non è finito nel 1945, visto che è proseguito in forme diverse in diversi Paesi. In Italia c’era un partito neofascista e c’erano frange estremiste che mettevano bombe sui treni. In Portogallo e in Spagna rimasero al potere fino al 1974 e al 1975 dittature imparentate con il fascismo (Mussolini e Hitler furono fondamentali nel far vincere a Franco la guerra civile), in Grecia tra il 1967 e il 1973 comandarono i colonnelli che avevano con i neofascisti italiani un ottimo rapporto, come lo ebbero i golpisti cileni e i generali argentini. Tuttavia ritengo assurdo definire qualsiasi autocrate «fascista». Putin ha commesso abbastanza crimini e abbastanza errori per essere giudicato in modo molto negativo, senza aggiungere una parola che nel suo caso non c’entra nulla ed è fuorviante due volte, nel senso che non definisce né Putin, né i fascisti quelli veri. Lei però gentile signor Carozzi commette lo stesso errore che condanna, definendolo un comunista. Putin fu un dirigente del Kgb; è una cosa diversa. Il suo governo è nazionalista in politica estera, e ha un sistema economico basato su una visione distorta del mercato, in cui pochi oligopolisti controllano buona parte delle enormi ricchezze del Paese. Non è fascista e non è comunista; è un frutto malato del tempo che ci è dato in sorte. Un tempo che non dobbiamo mai smettere di studiare e tentare di capire, senza scorciatoie ideologiche che tranquillizzano, magari consolano, ma non aiutano.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
Storia
«Da marinaio a internato, il dramma di Giulio Bogino»
Si deve a Stefano Moscadelli, ordinario di archivistica all’Università di Siena, l’edizione del «diario» del marinaio Giulio Bogino (1923-2013) che, arruolato nel 1943 e destinato alla base di Sebenico in Croazia, dopo l’8 settembre, venne catturato e internato in un lager nei pressi di Geesthacht. Il libro: Dal ricordo al racconto. Il «diario» del marinaio Giulio Bogino (1943-1948) … (Firenze, University Press-USiena Press, 2023, pp.487) è stato recentemente presentato per iniziativa dell’Anei di Firenze, con il patrocinio della Regione Toscana. Bogino coltivò per tutta la sua vita la passione per la ricostruzione delle vicende che aveva attraversato. Di questa rielaborazione restano ampie tracce nel suo archivio personale dove si conservano documenti, quali lettere, liste di commilitoni, attestati vari, materiali raccolti nel tempo. È attraverso lo studio di questi documenti, che Moscadelli ci presenta il fenomeno dell’internamento militare in Germania dove convergono interessi disciplinari di natura diversa: archivistici, storici, antropologici. Nel volume, dopo una vasta presentazione della fonte, il diario viene edito con un ampio apparato di note, di documenti fotografici e cartografici. Si affaccia così nel mondo dell’editoria un’altra tipologia di «diario» di prigionia: una specie di work in progress riscritto fino agli inizi degli anni Duemila dove il protagonista rielabora i ricordi della prigionia fino a trasfonderli in una specie di racconto popolare.
M. P.
BUROCRAZIA
«Manca un timbro e mia moglie resta senza esenzione»
Annibale AntonelliLATINA
«Serbatoio di gas non in regola: io multato, i vicini no»
Nicola GialanellaNAVALNY
«Con il pensiero ero a Mosca per il suo funerale»
Giorgio Scolari , Verona ;ERA DIGITALE
«Noi italiani all’estero nei guai se un account non funziona»
N. P. , Brussel; Tutte le lettere
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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI - IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
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Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
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