Francia divisa sulla cerimonia d'apertura delle Olimpiadi. I vescovi: «Derisione del cristianesimo»

diStefano Montefiori 

Tantissime critiche alla cerimonia di inaugurazione dei Giochi, che per la prima volta non si è svolta all'interno di uno stadio. Diversi i momenti finiti al centro delle polemiche, ma c'è anche a chi è piaciuta

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE 
PARIGI —  Quasi 400 mila spettatori lungo la Senna, 22 milioni in Francia e due miliardi nel mondo davanti alla tv: la cerimonia di apertura dei Giochi di Parigi è stata unica nella storia, come promesso, perché la prima organizzata nel cuore della città, e anche perché ha commosso ed entusiasmato tanto quanto ha irritato e scandalizzato. 

Mai prima d’ora un evento di questo tipo aveva così diviso l’opinione pubblica mondiale. In Francia il tono generale ieri era di emozione e soddisfazione, perché nonostante le avversità varie — dai sabotaggi dei treni alla pioggia — e le varie profezie di sventura, tutto è andato a buon fine e secondo i piani, senza attentati terroristici e senza incidenti di rilievo. Il gran finale della Tour Eiffel con i cerchi olimpici e Céline Dion che dopo anni di silenzio per colpa della malattia ha cantato anzi gridato quasi con rabbia l’Hymne à l’amour di Edith Piaf sono stati momenti che hanno unito il Paese, il desiderio di grandeur è stato esaudito.

Ma prima ci sono state scene meno consensuali, a dir poco. La cantante franco-maliana Aya Nakamura con il medley dei suoi successi cantato in un francese di strada e di banlieue, proprio davanti all’Académie française fondata da Richelieu per vegliare sulla correttezza della lingua, e accompagnata dalla Guardia repubblicana; la Maria Antonietta decapitata che cantava l’inno rivoluzionario Ça ira tenendosi la testa tra le mani su un sottofondo di musica metal; e soprattutto la sfilata delle drag queen e quella che è sembrata a molti una rivisitazione dell’Ultima cena di Leonardo, con Philippe Katerine seminudo e dipinto di blu in versione Dioniso, hanno esaltato molti, soprattutto a sinistra, e indignato molti altri, soprattutto a destra.

I dirigenti della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, che fino al giorno prima protestavano contro lo spreco di soldi e di energie per le «Olimpiadi dei ricchi», hanno evocato «l’orgoglio della Francia quando sa parlare al mondo» (Manuel Bompard) mentre all’estrema destra l’eurodeputata Marion Maréchal si è rivolta ai cristiani di tutto il mondo: «Sappiate che a parlare non è la Francia, ma una minoranza di sinistra pronta a tutte le provocazioni». 

Anche la conferenza dei vescovi ha deplorato «scene di derisione del cristianesimo», pur riconoscendo che la cerimonia aveva offerto anche «momenti meravigliosi». Nel mondo, più o meno, la stessa divisione: se il premier laburista britannico Keir Starmer ha detto di avere adorato la cerimonia, «un trionfo, complimenti alla Francia», il premier ungherese Viktor Orbán ha parlato di «debolezza e crollo dell’Occidente» e la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova ha criticato la «parodia Lgbt» dell'Ultima cena.

27 luglio 2024 ( modifica il 27 luglio 2024 | 23:33)

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