Tokyo, il santuario Yasukuni sceglie un ex ammiraglio come gran sacerdote: il Giappone fa i conti con la storia

Il santuario di Yasukuni, dove sono onorati i giapponesi caduti per l’imperatore, ha un nuovo gran sacerdote. Il prescelto � Umio Otsuka, un ex ufficiale della Marina militare andato in congedo con il grado di ammiraglio dopo aver comandato navi da guerra e l’intelligence. E dal suo stato di servizio sorge il possibile problema storico-diplomatico che rischia di riaprire una vecchia ferita tra Tokyo e i governi di Cina e Sud Corea.

Il tempio fu costruito a Tokyo nel 1869 e commemora le anime di due milioni e mezzo di giapponesi che hanno dato la vita per la patria, ma � diventato controverso da quando nel 1978 nell’elenco dei meritevoli furono inseriti 14 ex alti ufficiali e politici condannati come criminali di guerra di �Classe A�, che identifica gli ideatori e pianificatori dell’aggressione nipponica durante il secondo conflitto mondiale. Il gran sacerdote che prese quella decisione revisionista, nel 1978, era Nagayoshi Matsudaira, anche lui un ex militare e nipote di un samurai e signore della guerra che era stato protagonista della modernizzazione dell’Impero del Sol Levante e della sua uscita dal feudalesimo.

Negli ultimi quarant’anni Yasukuni � stato tenuto sotto stretta osservazione soprattutto da Pechino e Seul, che soffrirono durante il periodo imperialista giapponese. Ogni volta che un esponente del governo di Tokyo si avventurava a portare un omaggio nel santuario scoppiava la polemica. � successo con primi ministri entrati nella storia politica internazionale, come Junichiro Koizumi e Shinzo Abe, che compirono il pellegrinaggio rituale incuranti delle critiche. Yasukuni, che onora milioni di caduti e anche personaggi condannati a morte per crimini di guerra, significa �Paese pacifico�. Il nuovo gran sacerdote Otsuka, che ha 63 anni e ha servito nella Marina militare (che per ribadire il pacifismo costituzionale del Giappone democratico si chiama Forza di difesa marittima) ha detto all’agenzia Reuters: �Mi sento altamente onorato di poter servire in questa nuova fase della mia vita in questo santuario di pace, dove sono commemorati gli spiriti di coloro che donarono le loro preziose esistenze al Paese�.

Nell’albo d’onore di quei servitori del Giappone per� � stato inserito dal predecessore del nuovo sacerdote Hideki Tojo, generale e primo ministro dell’Impero del Sol Levante durante la seconda guerra mondiale. Tojo, considerato uno degli ideatori dell’attacco a sorpresa contro la flotta americana a Pearl Harbor, fu arrestato nell’agosto 1945, processato da un tribunale internazionale, condannato a morte e impiccato con altri sei alti dignitari colpevoli di crimini contro l’umanit� nel dicembre 1948. Gli americani tennero segreta la sorte di quei corpi, per evitare che il luogo di sepoltura diventasse centro di riunione per gli irriducibili ultranazionalisti. Solo 70 anni dopo da documenti declassificati dagli US National Archives di Washington emerse che i cadaveri di Tojo e degli altri sei furono cremati, le ceneri imbarcate in segreto su un aereo e disperse in mare, 50 km al largo di Yokohama.

Nel 1978 il sacerdote Matsudaira aveva deciso di iscrivere nel santuario quei nomi impronunciabili nella speranza di cancellare l’eredit� storica del Tribunale di Tokyo che li aveva condannati all’infamia dell’impiccagione. I 14 criminali di Classe A trovarono posto (in spirito) a Yasukuni. Nel 1989, al culmine di uno scontro diplomatico internazionale per la visita di diversi ministri giapponesi con inchini e omaggi floreali, Matsudaria disse alla stampa che quello era proprio il suo obiettivo: �Era un impegno che bisognava assolvere, una riabilitazione spirituale che sancisce il nostro rifiuto delle sentenza del tribunale di Tokyo� guidato dalla giustizia americana.

Per�, dal 1978 nessun imperatore nipponico � andato a Yasukuni e nel 2013 Abe fu l’ultimo premier in carica ad andarci: il disappunto espressogli dal presidente americano Obama lo convinse a sospendere la tradizione controversa. Abe torn� a porgere i suoi omaggi nel 2022, dopo aver lasciato la carica.