La direttrice del Secret Service si dimette: Kimberly Cheatle lascia dopo l'imbarazzo per l'attentato a Trump

diGuido Olimpio 

Pressioni bipartisan dopo l'audizione al Congresso. Biden le aveva rinnovato la fiducia. I conservatori le rimproverano di aver esagerato con le quote rosa

Kimberly Cheatle si è dimessa. E non è una sorpresa. Anzi la sorpresa è che non lo avesse già fatto nei giorni successivi all’attentato contro Donald Trump

Con un messaggio scritto la direttrice del Secret Service ha difeso uomini e donne della sua agenzia, ha parlato di decisione presa con il cuore pesante ma non ha potuto fare a meno di alzare bandiera bianca. 

Del resto, lei stessa, nell’immediatezza dell’attacco, si era presa ogni responsabilità pur cercando di mantenere, con una tenacia da guardia del corpo, la propria scrivania ormai senza piedi d’appoggio. Joe Biden le aveva rinnovato fiducia, attestato formale e personale visti gli ottimi rapporti, tuttavia era un velo sottile, reso ancora più leggero dall’uscita di scena del presidente dalla corsa elettorale. 

E, lunedì, la funzionaria è stata messa in un angolo angusto durante l’audizione al Congresso. L’hanno incalzata i repubblicani – mai morbidi con il dipartimento – e i democratici, ora uniti dalla formazione di una task force che dovrà indagare su quanto è avvenuto. 

Kimberley Cheatle, per quasi 30 anni nel servizio, paga per tutti. Ed è normale che sia così. Ai guai antichi, cronici, noti del Secret Service si è aggiunta la pagina nera del 13 luglio. Un collasso su tutta la linea. Queste le colpe. 

Primo. Gli agenti non hanno verificato che l’intero perimetro del comizio fosse presidiato in modo perfetto. Ciò ha permesso a Thomas Crooks di raggiungere la posizione di tiro sull’edificio più alto in zona. Secondo. 

La stessa direttrice ha ammesso che più volte il killer è stato avvistato e segnalato nell’area di sicurezza. Venti minuti prima che The Donald iniziasse a parlare e poi quando mancavano solo nove minuti al discorso. C’era tutto il tempo per fermarlo. Il mancato coordinamento con la sfilza di polizie locali non rappresenta neppure un’attenuante generica. 

Terzo. I funzionari, una volta informati della presenza di un soggetto “sospetto”, avrebbero dovuto impedire a Trump di salire sul podio. Almeno fino alle verifiche.

Quarto. Il team assegnato alla difesa del tycoon non è sembrato dei migliori, i sostenitori del candidato se la sono presa con le donne agente, ritenute impacciate e goffe in quei frammenti drammatici. Un vecchio bersaglio dei conservatori che rimproverano alla Cheatle di aver esagerato con le quote rosa

Pregiudizi, polemiche politiche e giudizi tecnici che si sono ben saldati con la dinamica dell’agguato. Anche perché dopo un’infinità di giorni il Secret Service, ora affidato al numero due Ronald Rowe, ha raccontato poco.

23 luglio 2024

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