Von der Leyen vede i Conservatori. Con FdI trattativa aperta per la riconferma

diFrancesca Basso

Il confronto con Ecr e i segnali favorevoli dei Verdi. Von der Leyen negozierà fino all’ultimo. Domani il voto

Von der Leyen vede i Conservatori. Con FdI  trattativa aperta

Ursula von der Leyen

DALLA NOSTRA INVIATA 
STRASBURGO - Volto teso, espressione concentrata, nessun sorriso all’uscita: «È stata un’ora intensa», si è limitata a dire Ursula von der Leyen al termine dell’incontro con il gruppo dell’Ecr, copresieduto da Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia. Ha anche aggiunto che è stato «piacevole». Di sicuro non è stato risolutivo. La candidata designata alla presidenza della Commissione europea von der Leyen resta a caccia di voti, consapevole che i franchi tiratori all’interno della maggioranza che la sostiene — Popolari, Socialisti e Liberali per un totale di 401 deputati — domani potrebbero mettere in discussione la sua rielezione, anche se le servono solo 361 voti

Le linee programmatiche della presidente, con cui dovrà convincere gli eurodeputati insieme con il discorso che pronuncerà in plenaria, sono attese sui tavoli dei gruppi domattina alle 8. Poi un’ora per analizzarle prima dell’inizio dell’intervento di von der Leyen, cui seguirà il dibattito. Prima del voto i gruppi avranno due ore per riunirsi e meditare sulla scelta. Di certo l’incontro con i conservatori dell’Ecr non ha portato chiarezza, almeno apparentemente. La presidente non ha fatto passi indietro sul Green Deal anche se dovrà essere «pragmatico» e «tecnologicamente neutro» e ha promesso la «semplificazione burocratica» con un vicepresidente incaricato di coordinarla. 

Il primo a prendere la parola è stato il capodelegazione di FdI, Carlo Fidanza, che ha chiesto un «radicale cambio di passo sul Green deal, il superamento dell’approccio ideologico, il rispetto della neutralità tecnologica, la salvaguardia della competitività delle nostre imprese». Le risposte però non avrebbero convinto. Tuttavia la partita per i 24 voti di FdI è negoziata direttamente con la premier Meloni: sarà lei a dare le indicazioni al suo partito. Tutti al momento giocano a tenere le carte coperte. Anche le delegazioni che solitamente vengono considerate a favore come quella dell’Ods del premier ceco Fiala ieri era abbottonata. I fiamminghi dell’N-Va sembrano orientati a votare sì. Le promesse sulla lotta alla migrazione illegale, sul rafforzamento dei confini e il contrasto alla guerra «ibrida» condotta anche con lo strumento delle migrazioni non hanno convinto pienamente. 

La delegazione lettone, che conta tre eurodeputati tra cui il riconfermato vicepresidente del Parlamento Ue Roberts Zile (uno dei 14), non ha ancora sciolto la riserva. Hanno invece già dichiarato voto contrario i polacchi del Pis, che hanno attaccato la presidente, i francesi e i romeni. Sui Verdi pesa l’incognita di quanti voteranno a favore. Il copresidente Eickhout ha ricordato che «i Verdi hanno negoziato punti importanti del programma della Commissione» e si è detto positivo sul fatto che «una maggioranza si va pian piano delineando». Mentre i 6 tedeschi del nuovo partito di sinistra Bsw hanno dichiarato il loro «no». I Socialisti ieri pomeriggio, con un timing al limite del sospetto, hanno incontrato il nuovo presidente del Consiglio europeo Costa, che li avrà invitati a rispettare gli accordi. Però S&D e Renew ieri lamentavano una certa «slealtà» da parte del Ppe che non vorrebbe firmare accordi sul Parlamento e le commissioni per il resto della legislatura. Schermaglie prima di far prevalere il senso di responsabilità.

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16 luglio 2024

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