L’accordo sugli ostaggi � una pausa nella tragedia, un’intesa da confermare nei fatti, dove spiccano per ora quattro punti.
I droni, i mediatori, le spie: i 4 «lati militari» dell’accordo sugli ostaggi
Sono spuntati i direttori della Cia, del Mossad, dello Shin Bet, del Mit turco, del Mukhabarat egiziano, del Gid giordano. Le �ombre� hanno modus operandi, linguaggio e regole elastiche utili per superare ostacoli, convincere interlocutori.

Il mediatore
Gran parte del lavoro di mediazione ha avuto come pilastro centrale il Qatar. L’Emirato ha usato i suoi legami — politici e finanziari — con Hamas, sfruttando l’ospitalit� concessa alla leadership esterna rappresentata da Haniyeh e i rapporti costruiti con una parte della fazione. Ruolo pratico, logistico, di influenza. Sull’altro lato ha lavorato con gli Stati Uniti che sono abituati a bussare alle porte della monarchia quando c’� da trovare uno spiraglio. I palestinesi hanno naturalmente accettato senza dare troppo peso al fatto che lo Stato amico ospita una presenza militare statunitense importante e fa da scudo vero al �nemico sionista�. Anche Israele si � adeguato da tempo ad avere i qatarini quali garanti. Non importa se le garanzie non si sono rivelate ferree: Netanyahu si era illuso che i fondi stanziati dal Qatar per la Striscia avrebbero distolto i guerriglieri dal lanciare una nuova sfida. � andata diversamente.
Gli agenti
Insieme ai diplomatici si sono mossi i servizi segreti e con i rappresentanti pi� alti. Sul terreno gli �sherpa� ma in fasi importanti sono spuntati i direttori della Cia, del Mossad, dello Shin Bet, del Mit turco, del Mukhabarat egiziano, del Gid giordano e, forse, anche i colleghi libanesi, a contatto con un attore — l’Hezbollah filoiraniano — in grado di mettersi di traverso: ha relazioni speciali con Hamas, conta sulla sponda della Jihad islamica palestinese (che si era lamentata di essere rimasta fuori dai contatti diretti), tira molti fili. I capi dello spionaggio possono prendersi delle responsabilit� dirette, sono pi� vicini all’arena, dispongono di mezzi per costruire patti pragmatici tra contendenti che si odiano e non si fidano. Lo abbiamo ricordato spesso: rispetto ad un ministro hanno il vantaggio di potersi sottrarre a dichiarazioni pubbliche, conferenze stampa, promesse sotto le telecamere. In storie come queste una mezza frase fuori posto rischia di compromettere settimane di lavoro. Le �ombre� hanno modus operandi, linguaggio e regole elastiche utili per superare ostacoli, convincere interlocutori.
Gli ostaggi
Rispetto ad altri scambi il numero degli ostaggi � alto. Se rilasciati alcuni di loro potranno raccontare dettagli utili su come e dove sono stati tenuti. I carcerieri avranno adottato contromisure, trucchi per confondere persone comunque in condizioni difficili. Tuttavia, qualcosa pu� sempre sfuggire, a volte bastano pochi elementi. E se, come sembra, i prigionieri erano sparpagliati in luoghi di prigionia diversi, aumentano i margini di errore. Sono stati trattenuti nei misteriosi tunnel? Hanno dettagli su altri? Sono attesi dall’abbraccio delle famiglie ma da molte domande.
I voli
Tra le condizioni poste dai rapitori c’era la sospensione di sei ore per ogni giorno dei voli dei droni su Gaza. Secondo alcune fonti Gerusalemme avrebbe detto di s� ritenendo di avere altri strumenti per sorvegliare, altre informazioni riferiscono di uno stop solo per la zona sud. Continuerebbero invece le ricognizioni elettroniche al largo della costa — dove operano anche velivoli Usa e britannici — e nel nord. Israele teme che i mujaheddin, durante la pausa, muovano uomini, rimpiazzino perdite, spostino materiale. Le Brigate non sono crollate davanti all’offensiva ma hanno avuto perdite e pensano anche al domani quando l’esercito potrebbe passare ad una nuova fase.
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22 novembre 2023 (modifica il 22 novembre 2023 | 07:13)
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