Chiara Ferragni, l’inchiesta per truffa si allarga alle uova e alla bambola Trudi. Al vaglio dei pm anche il caso Oreo
Il pandoro. Le uova di Pasqua. E la bambola Trudi. Per la presunta beneficenza opaca legata alla vendita di questi tre prodotti “griffati” da Chiara Ferragni, l’imprenditrice è indagata dalla procura di Milano per truffa aggravata. Tre ipotesi di reato racchiuse nel fascicolo del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, che ha delegato gli approfondimenti al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. Gli avvocati dell’influencer, Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone, si dicono «totalmente certi della assoluta innocenza di Chiara».
Non solo il pandoro “Pink Christmas” della Balocco, la cui vendita maggiorata nel Natale 2022 secondo l’Antitrust rappresentò una pratica commerciale scorretta perché indusse i consumatori a credere che comprando il dolce avrebbero contribuito alle donazioni all’ospedale Regina Margherita di Torino. Sotto la lente dei pm sono finite da tempo anche le uova di Pasqua della Dolci Preziosi: attraverso questa operazione commerciale, Ferragni ha percepito un cachet di 500 mila euro nel 2021 e di 700 mila euro nel 2022 a fronte di una donazione dell’azienda di 36 mila euro all’associazione “I bambini delle Fate”. Infine il caso della bambola a edizione limitata della Trudi, i cui proventi dovevano andare in beneficenza: «I ricavi derivanti dalle vendite avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni (...), sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019», ha assicurato lo staff dell’imprenditrice lo scorso 6 gennaio.
L’ipotesi a carico di Ferragni, per tutti e tre gli episodi, è di truffa aggravata dalla minorata difesa dei consumatori, che prevede una pena da 1 a 5 anni e una multa da 309 a 1.549 euro. Nell’impostazione dei pm milanesi si tratta di un reato continuato, in teoria frutto di un “unico disegno criminoso”, quindi, semplificando, è come se si trattasse di un unico reato. Questa lettura emerge dall’atto con cui la procura milanese ha sollevato davanti al procuratore generale della Cassazione un conflitto di attribuzione fra pm sulla competenza a indagare sul pandoro: anche la procura di Cuneo, provincia nella quale ha sede la Balocco, ha infatti aperto un’inchiesta gemella. La decisione su chi è titolato a occuparsi di questo filone è attesa a giorni.
Non solo Ferragni: nelle carte dei pm milanesi erano già finiti i nomi dei rappresentanti legali di Balocco e di Dolci Preziosi. «La Cerealitalia I.D. SpA ribadisce che, ad oggi, non è stata ricevuta alcuna comunicazione ufficiale in merito al coinvolgimento della stessa. L’atteggiamento della società rimane comunque quello della massima collaborazione con le istituzioni, come sempre fatto», scrive in una nota la società barese, che a sua volta, la settimana scorsa, ha fornito documenti all’Antitrust.
Non è finita qui: i pm dovranno valutare pure il nuovo esposto del Codacons relativo alla campagna del 2020 per raccogliere fondi contro il Covid attraverso una “capsule collection” a edizione limitata di biscotti, realizzata insieme a Oreo. Gli avvocati di Ferragni assicurano: «Chiariremo al designato magistrato ogni aspetto delle tre vicende», essendo «totalmente certi della assoluta innocenza di Chiara e che detta innocenza emergerà dalle indagini. Siamo fiduciosi del futuro confronto con l’autorità giudiziaria e auspichiamo che il clima mediatico che ha caratterizzato sino ad oggi la vicenda si rassereni».