Tajani a pranzo con Pier Silvio e Marina Berlusconi. «Nuova linea per rilanciare FI: più coraggio, più innovazione, non solo resistenza ma anche attacco»

diPaola Di Caro

I figli di Silvio Berlusconi hanno incontrato il segretario di Forza Italia e ministro degli Esteri. All’incontro anche Gianni Letta. Anche se il ruolo di Tajani non è in discussione, la politica condotta fin qui lo è 

Tajani a pranzo con Pier Silvio e Marina Berlusconi. «Nuova linea per rilanciare FI: più coraggio, più innovazione, non solo resistenza ma anche attacco»

Antonio Tajani, 70 anni

Non è stato «un chiarimento», perché «non c’era niente da chiarire», assicura Antonio Tajani. Ma ha comunque un valore chiarificatore, almeno per l’esterno, il pranzo che si è tenuto ieri nella casa di Marina Berlusconi tra il leader di Forza Italia, Gianni Letta, la figlia dell’ex premier e suo fratello Pier Silvio. Nulla di anomalo, specificano tutti, incontri del genere si tengono «almeno una volta al mese», per fare il punto sulla situazione politica, per tenere informati i figli del Cavaliere — i primi finanziatori di FI — delle dinamiche tra partiti in corso, per fare il quadro economico e internazionale «come avviene sempre anche con altri imprenditori, essendo io il ministro degli Esteri», assicura Tajani. 

Stavolta però la doppia uscita a pochi giorni di distanza di Marina e Pier Silviola prima aveva detto di sentirsi più vicina alla sinistra che alla destra sui temi etici, il secondo si era lamentato che «i moderati sono in maggioranza, ma manca un riferimento» — aveva fatto molto parlare e sospettare che la famiglia del Cavaliere non vedesse più di buon occhio la gestione del partito. 

«Più coraggio, più innovazione, non solo resistenza ma anche attacco», è sembrato il messaggio partito dai Berlusconi. Per questo, dicono alcuni, anche se il ruolo di Tajani non è in discussione, la politica condotta fin qui lo è. A quanto raccontano, però, «nell’incontro si è riso parecchio su certe ricostruzioni: le parole di Marina e Pier Silvio sono state utilizzate per attaccare FI, ma la pensiamo tutti allo stesso modo». 

Intanto, precisano, non si è affatto parlato di far fuori mediaticamente personaggi della vecchia guardia come Barelli e Gasparri, o di far scendere in campo volti giovani per attrarre audience e novità: «Non se ne è parlato, non si è fatto alcun nome. Sono imprenditori loro, non seguono certo le dinamiche interne delle nomine del partito», spiegano i bene informati. 

Viceversa, si è discusso a lungo di come valorizzare e rilanciare FI perché sia realistico l’obiettivo più volte annunciato da Tajani: ottenere «il 20% alle prossime elezioni». E allora sì, è vero che «non ci si deve appiattire su Meloni, e non lo facciamo, si è visto con il voto su von der Leyen», è vero che servono volti nuovi e allargamento ai mondi di riferimento — sindacati, associazionismo, categorie — ma non servono figurine, bensì alti profili professionali e riconosciuti. 

Un’operazione come quella di Berlusconi e i «professori», quando candidò intellettuali come Colletti, Melograni, Pera, Vertone, Mathieu, Rebuffa e altri. Un allargamento quindi sia sul territorio, sia al civismo, ma soprattutto al mondo delle idee perché «vogliamo adeguare messaggi e proposte al mondo del futuro». Serve quindi trovare idee forti «liberali», temi chiave che sappiano attrarre l’elettorato moderato, anche bandiere: «Una — annuncia Tajani — sarà la battaglia per carceri più civili». Poi, rafforzare la tolda di comando: «E a me va benissimo — dice il ministro — voglio che ci sia più gente che mi aiuti nel lavoro di partito». 

Potrebbero emergere volti nuovi dai congressi cittadini, che si terranno a breve, con porte aperte a chi voglia aderire anche da provenienze diverse. Giovani (uno è già vice segretario, Stefano Benigni) e no. E se l’operazione non riuscisse? Sullo sfondo resta sempre l’ipotesi di una discesa in campo di Pier Silvio, che però ieri come la sorella ha ribadito che non ha intenzione di farlo. E comunque, sussurra un azzurro di peso, se accadesse «non è che dovrebbero prepararsi prima il campo, lo annuncerebbero e basta».

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20 luglio 2024

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