Inditex, nei primi nove mesi l’utile netto è salito del 32,5% a 4,1 miliardi
di Redazione Economia
Inditex, multinazionale tessile spagnola che produce per marchi come Zara, Massimo Dutti, Stradivarius, Bershka e Oysho, ha chiuso l’esercizio fiscale del 2023 con utili superiori ai 5 miliardi di euro e con quasi 36 miliardi di euro di entrate. A segnalarlo è una nota inviata alla Commissione nazionale mercato valori (Cnmv). Si tratta del secondo anno consecutivo in cui il gruppo registra utili record, precisamente pari a 5.381 milioni, periodo che coincide all’incirca con l’inizio della guida di Marta Ortega, figlia del fondatore Amancio Ortega, presidente da aprile 2022. I conti complessivi del 2023 evidenziano un incremento del 30% rispetto all’anno precedente. Inditex propone, quindi, un aumento del dividendo del 28% a 1,54 euro ad azione.
di Redazione Economia
Marta Ortega, 40 anni, spagnola della Galizia (nata a Vigo, vive a La Coruña, a pochi chilometri da Arteixo dove ha sede il gruppo Inditex), è tra le donne più note nel mondo della moda e lo attesta il primo posto tra le 100 persone più influenti del settore nella classifica Standard Fashion Power, redatta ogni anno dal quotidiano britannico Evening Standard. Ma la sua prima esperienza all’interno dell’azienda risale al 2007 - all’età di 23 anni, dopo aver studiato in un liceo in Svizzera e aver conseguito una laurea in imprenditoria internazionale alla London Business School - in un punto vendita di Londra dove la figlia del fondatore ha lavorato come commessa. Negli anni ha assunto nella società ruoli con responsabilità sempre più elevata: nella sede di Arteixo (Spagna) ha lavorato per il dipartimento di prodotti e design femminile e dal 2015 ha preso parte al consiglio di amministrazione della Fondazione Amancio Ortega. A dicembre 2021, Inditex ha annunciato che Marta Ortega sarebbe diventata presidente a partire dal primo aprile 2022, succedendo a Pablo Isla, in carica - anche come amministratore delegato - dal 2011.
di Emily Capozucca
L’impero del fast fashion fondato da Amancio Ortega, oggi 87enne, vanta un valore di 87 miliardi di euro, con 6.500 negozi e ben 175 mila dipendenti nel mondo. Si ipotizza che, lo stipendio della figlia del patron, per assumerne il comando, sia di circa un milione di euro l’anno. Il titolo di donna più influente del mondo della moda nel 2023, Marta Ortega - nota anche come «lady Zara» - la pone di fronte a tanti personaggi iconici che da anni rappresentano il settore: al secondo posto della classifica, ad esempio, si trova la famiglia Arnault, che controlla il gruppo Lvmh (Dior, Fendi, Marc Jacobs, Louis Vuitton, Tiffany e molti altri brand del lusso), mentre al terzo c’è Kim Kardashian, con il suo marchio di lingerie e intimo Skims. Seguono, poi, le celebri Anna Wintour, Miuccia Prada.
di Emily Capozucca
Pochi giorni prima della diffusione dei conti annuali, come riportato da Reuters, il gruppo Inditex ha ricevuto la richiesta da parte dei suoi investitori in merito all’elenco completo dei fornitori che fanno parte della supply chain della società. Una mossa che altri nomi noti del fashion hanno già attuato: è il caso di H&M e Primark, ma anche Adidas, Hugo Boss, Nike e Puma, allo scopo di valutare meglio eventuali rischi nella catena di approvvigionamento. Inditex è rimasto uno dei pochi distributori di abbigliamento a non aver dichiarato pubblicamente da chi fa rifornimento di materiali (solo il numero di fornitori, divisi in 12 Paesi), ma - non solo gli investitori - ben presto saranno le stesse autorità di regolamentazione dei mercati a chiedere chiarezza. Il gruppo cinese Shein, ad esempio, nell’ottica di una quotazione a Wall Street, è stato oggetto di esame dai parlamentari statunitensi sui rischi legati alla sua supply chain. Si ipotizza, infatti, che il debutto possa avvenire a Londra, Hong Kong o Singapore. Per quanto riguarda l’Unione europea, non si è ancora giunti a un accordo su una precisa norma ma sembra che in futuro potrebbero essere previste sanzioni pari al 5% dei ricavi dell’azienda.
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