Spalletti e i sei comandamenti per l'Italia agli Europei: il segreto della lavagna di Coverciano

diAlessandro Bocci, inviato a Coverciano

Le regole di Luciano Spalletti a due settimane dagli Europei in Germania: pressing, riaggressione e distanze per un'Italia equilibrata e imprevedibile

Luciano Spalletti li definisce «i nostri comandamenti». Sono le tavole della legge su cui si fonda il calcio liquido con cui il c.t. intende affrontare il primo Europeo della sua vita. La nuova frontiera. Come dice Riccardo Calafiori, una delle rivelazioni del campionato, inserito nell’elenco dei 30, ma con forti possibilità di entrare tra i magnifici 26, «l’importante è occupare gli spazi, non chi li occupa».

La rivoluzione di Spalletti

È una specie di rivoluzione, un salto verso il futuro, un sistema coinvolgente, anche complicato, perché costringe i giocatori a rimanere accesi dal primo minuto sino all’ultimo. «L’obiettivo è diventare meno prevedibili», dice il c.t. che batte forte sulla tattica: la mattina in Aula Magna, il pomeriggio sul campo. I risultati si dovrebbero cominciare a vedere già domani sera a Bologna, nell’amichevole contro la Turchia di Montella, il primo dei due test che serviranno all’allenatore azzurro per verificare lo stato dell’arte e farsi un’idea ancora più precisa su chi deve andare in Germania e chi invece, tre oltre a Gatti che si sta allenando a Torino, sarà lasciato fuori.
Sei i punti su cui ruota il programma di Spalletti per rendere l’Italia meno leggibile ma al tempo stesso compatta e organizzata. Dalla pressione continua, come è riuscita a fare l’Atalanta a Dublino, per togliere fiducia all’avversario, sino all’ultimo, che recita «ordine, studio e preparazione», cioè risistemarsi per tornare a pressare. Il pressing è la stella cometa, serve in ogni fase della partita. L’Italia punterà al controllo del gioco attraverso la gestione della palla e il mantenimento delle distanze tra i reparti su cui batte il c.t. negli allenamenti perché quando gli azzurri riescono a essere «corti» gli avversari fanno più fatica.

Le regole del gioco

La riaggressione alta è un altro cavallo di battaglia. La ricomposizione, che Spalletti tra parentesi definisce «tornare a casa» significa non farsi trovare sbilanciati nel momento in cui il pallone rientra in possesso dell’altra squadra. Poche regole, ma basilari. Spalletti è un martello, batte e ribatte sugli stessi punti, alza la voce, ripete le situazioni, sia alla lavagna che sul campo: «Tra lui e Thiago Motta ci sono delle similitudini», dice Calafiori che in Nazionale non ha ancora debuttato e spera di farlo a Bologna, davanti ai suoi tifosi. Similitudini tattiche e non solo: «Entrambi sono meticolosi e non accettano gli errori», rivela.
Spalletti va dritto. Dopo aver messo al sicuro la qualificazione all’Europeo senza stravolgimenti, intende portare avanti, sino in fondo, le sue idee. Quella che vedremo in Germania sarà la sua Italia. Nel bene e nel male. Una sfida anche con se stesso. Il progetto è ambizioso, il tempo scarseggia. Una Nazionale senza un vero sistema di riferimento «che difende a quattro e attacca a tre in cui tutti dovranno essere invasori o difensori», spiega il c.t. Una squadra coraggiosa, che costruisca dal basso, tenga il pallino del gioco, sfrutti le fasce e gli inserimenti. 

Le scelte del ct

Così si spiegano alcune scelte, anche clamorose, come l’esclusione di Locatelli e la convocazione di Fagioli. Chi sa fare tanto ha un vantaggio, così come chi ha fisico. Ecco perché Calafiori e Folorunsho, ancora a zero presenze, hanno buone possibilità di partire per il ritiro tedesco. Il lavoro è tanto e ambizioso. È una corsa contro il tempo: il 15 a Dortmund, contro l’Albania, dovremo essere pronti.

3 giugno 2024 ( modifica il 3 giugno 2024 | 06:45)

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