“Legami con l’attacco di Hamas”, scandalo all’agenzia Onu

TEL AVIV — Ci sono le prove, stavolta. Da settimane Israele sostiene che il personale dell’Unrwa, l’agenzia più antica delle Nazioni Unite che si occupa per statuto dell’assistenza di quasi 5 milioni di rifugiati palestinesi, abbia avuto un ruolo negli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Accusa sempre respinta. Ora però, dopo la documentazione inviata dalle autorità dello Stato ebraico, è la stessa Onu a decidere di cacciare dal giorno alla notte una dozzina di membri dello staff Unrwa, sulla spinta delle evidenze e delle critiche arrivate dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea.

«Le autorità israeliane hanno fornito informazioni sul presunto coinvolgimento di diversi dipendenti nei terribili attacchi del 7 ottobre», annuncia il commissario generale Unrwa Philippe Lazzarini. «Per proteggere la capacità dell’agenzia di dare assistenza umanitaria, ho preso la decisione di rescindere immediatamente i contratti di queste persone e di avviare un’indagine per stabilire senza indugio la verità». Lazzarini non ha specificato né il numero dei dipendenti licenziati né la natura precisa delle contestazioni mosse al personale, ma ha assicurato che «chiunque sia coinvolto in atti di terrorismo sarà ritenuto responsabile, anche attraverso procedimenti penali».

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres si è detto «inorridito dalla notizia», mentre il Dipartimento di Stato americano ha annunciato di aver temporaneamente sospeso i finanziamenti aggiuntivi all’Unrwa. Anche Bruxelles, tramite la Commissione Ue e l’alto rappresentante per gli Affari Esteri Josep Borrell, ha espresso «estrema preoccupazione» per le accuse di complicità con i miliziani di Hamas che hanno assaltato i kibbutz.

L’agenzia ha circa 13.000 dipendenti palestinesi nella Striscia di Gaza e lavora dal 1949. La notizia del possibile coinvolgimento di suoi membri nel massacro del 7 ottobre arriva quando i rapporti tra l’Onu e Israele sono ai minimi termini: lo Stato ebraico ha attaccato più volte il Palazzo di Vetro, sia in passato sia ancora nelle ultime settimane. E d’altra parte il segretario generale Guterres sin dall’inizio dell’invasione della Striscia alla fine di ottobre ha puntato il dito contro Israele, definendo l’operazione militare una «punizione collettiva» dei palestinesi. E criticando il rifiuto del premier Benjamin Netanyahu ad accettare la soluzione dei “due Stati, due popoli”.