Parla il padre del ragazzo israeliano a cui è stata mozzata la testa il 7 ottobre. “L’hanno trovata a Gaza in un congelatore”

GERUSALEMME - David Tahar aveva parlato l’ultima volta con suo figlio Adir venerdì 6 ottobre, poco prima che iniziasse lo Shabbat, il sabato ebraico. Adir, 19 anni, stava svolgendo il servizio di leva obbligatorio come cecchino nella Brigata Golani e si trovava nella base al valico di Erez, al confine tra Israele e Gaza. Il giorno seguente, per David e la sua famiglia è cominciato il peggiore degli incubi. Non soltanto il ragazzo è stato ucciso, come i Tahar hanno appreso dopo giorni di incertezza. Il suo corpo è stato mutilato, la testa portata via dai terroristi che hanno cercato di venderla per diecimila dollari. Prima che venisse recuperata negli scorsi giorni nel freezer dei gelati in un negozio a Gaza.

Signor Tahar, chi era suo figlio Adir?

Adir, il terzo dei miei quattro figli, era un ragazzo brillante, che sin da piccolo si preoccupava di proteggere i deboli, umile e pieno di talento. Penso che il modo migliore per descriverlo sia ciò che mi ha detto il suo ufficiale, che di solito i soldati o sono amati dai compagni o sono amati dai comandanti, ma Adir invece riusciva ad essere benvoluto da entrambi. Era molto orgoglioso di servire nei Golani, anche se non era facile.

Cosa è accaduto il 7 ottobre?

Adir si trovava alla base presso il valico di Erez. Il giorno dopo l’avrebbe lasciata per andare a fare un corso, ma quella notte tra il 6 e il 7 era di guardia. Siccome era festa c’erano pochi soldati. Lui era di turno fino all’una, ma è rimasto con il soldato che lo doveva sostituire fino alle tre, poi ha parlato con la sua ragazza ed è andato a dormire. Poco dopo, prima delle sei è stato svegliato dagli allarmi e il suo comandante ha radunato lui e i suoi compagni per combattere contro i terroristi che avevano invaso la base, ma non avevano capito che si trattava di centinaia di nemici. Sono riusciti a neutralizzarne tanti, ma purtroppo anche lui e molti commilitoni sono rimasti uccisi. Io ho visitato la base con il suo comandante che è sopravvissuto e ho ripercorso tutti i suoi ultimi momenti incluso il luogo in cui è stato colpito dalle granate che gli hanno tolto la vita.

Come ha scoperto che il corpo di suo figlio è stato mutilato?

Dopo che l’esercito ci ha informato della morte di Adir, io ho insistito per vederlo un’ultima volta. Non potevo non farlo. Ma hanno cercato di dissuadermi in tutti i modi, finché non hanno ammesso che mancava una parte significativa del corpo. Non volevano dirmi quale ma alla fine è emerso che si trattava della testa. E così lo abbiamo seppellito. Ho seppellito mio figlio senza testa.

E poi cos’è accaduto?

Lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno ndr), interrogando alcuni terroristi, ha scoperto che uno di loro aveva cercato di vendere la testa di Adir. Per Hamas la testa di un soldato israeliano vale diecimila dollari. Così l’esercito ha condotto un’operazione speciale per recuperarla. L’hanno trovata a Gaza, nel frigo di un negozio per gelati.

Oggi come si sente?

Devo dire una cosa, io ho passato giorni a guardare i video di quello che è accaduto il 7 ottobre, i video filmati dalle stesse telecamere dei terroristi. Da questi video si vede come i cittadini di Gaza, cittadini che pensavamo non essere innocenti, hanno partecipato all’attacco, si sono infiltrati, hanno rubato, hanno ucciso, hanno violentato. Non si sono comportati in modo diverso dai terroristi. E allora penso che sia difficile dire che la popolazione di Gaza non è coinvolta. Nei filmati ho visto persino ragazzini di 12, 13 anni rapire i nostri bambini, anziani venire a rubare e distruggere. E allora mi chiedo, come sia possibile. Mi hanno tolto la cosa più preziosa del mondo, mio figlio, un ragazzo che avrebbe conquistato il mondo, ma se avessero combattuto e ucciso solo i soldati forse avrei potuto capirlo. Ma poi penso a quello che hanno fatto alle donne, ai bambini. Il mondo deve sapere. Ciò che è successo ai mio figlio, domani può succedere ai figli di tutti.