Corea del Sud, il presidente vuole un nuovo ministro per contrastare il calo delle nascite
Il Paese ha dichiarato l'emergenza nazionale: l'indice di fertilità delle sudcoreane è il più basso del mondo. Ma le motivazioni principali non sono economiche
La crisi demografica è un problema comune a tutto il mondo, e il primato negativo è detenuto ora dalla Corea del Sud: nel Paese non solo si è dichiarata emergenza nazionale, ma si vuole addirittura istituire una figura speciale, il ministro per Contrastare la Bassa Natalità.
«Useremo tutti gli strumenti in nostro potere per risolvere la situazione» ha dichiarato il presidente Yoon Suk Yeol, chiedendo che il Parlamento supporti la creazione del nuovo ministero: il suo partito non ha infatti vinto le recenti elezioni, e la maggioranza dei deputati è costituita dalla fazione liberale con a capo Lee Jae Myung.
Risanare la crisi demografica nei 3 anni del mandato presidenziale sarà un compito ingrato: l’indice di fertilità delle sudcoreane, ovvero il numero medio di figli per ogni donna, è sceso a 0.72 nel 2023 (nel 2022 era 0.79). Il più basso al mondo, considerato che 2.1 è il minimo per mantenere il numero della popolazione stabile, escludendo i fenomeni migratori.
Le motivazioni? Quelle comuni anche agli altri paesi asiatici interessato dal calo: cultura del lavoro, cambio di mentalità sui temi del matrimonio e delle relazioni (nonostante la società coreana sia molto conservatrice e non incoraggi genitori single e coppie omosessuali), sfiducia verso il futuro. L’inflazione economica, primo fattore a cui verrebbe da pensare, non sembra in realtà preponderante: il governo aveva già investito nel 2022 oltre 200 miliardi di euro in bonus per i neogenitori e in campagne sociali, evidentemente senza successo.