Trasporti e logistica, mentre la gomma vince il ferro aspetta (ancora) il Pnrr
di Dario Di Vico
Avevano già protestato le Regioni e ora la Corte dei Conti certifica che il governo, con l’ultimo decreto legge sul Pnrr, ha tagliato i fondi per la sanità, in particolare quelli per il programma «Ospedale sicuro e sostenibile» già finanziati con le risorse del Pnc, il Piano complementare al Pnrr. In una memoria depositata nella commissione Bilancio della Camera che sta esaminando il decreto, la Corte afferma che «di particolare rilievo appaiono gli interventi finanziari sul fronte della sanità» essendo destinati a riflettersi «in misura significativa» sulla spesa.
di Dario Di Vico
Il riferimento è agli oltre 1,2 miliardi di euro inizialmente destinati dal Pnc alla messa in sicurezza (in particolare sismica) degli ospedali, il cui finanziamento è stato spostato dal governo sui fondi per l’edilizia sanitaria, dove, è vero, dice la Corte, che ci sono ancora disponibilità per 9,9 miliardi, ma «tali risorse non sono già scontate nel tendenziali e richiederanno apposita copertura». Martedì un report dell’Istat denuncia la difficoltà dei comuni, soprattutto nel Sud, di realizzare i progetti del Pnrr per mancanza di personale: 80 mila dipendenti in meno in dieci anni.
I fondi del Pnrr sono in qualche modo in concorrenza con quelli della Coesione negli sforzi di assorbimento dei Paesi, e con l'avvicinarsi delle scadenze aumenta il rischio di errori, segnala invece il presidente della Corte dei Conti europea Tony Murphy. «Stiamo parlando di fondi concorrenti», ha spiegato rispetto a quelli del Recovery e a quelli di Coesione. «In due grandi Stati membri, Spagna e Italia, vediamo che l'assorbimento dei fondi di coesione alla fine del 20230 è ancora solo al 68% in Spagna e al 79% in Italia» rispetto alla media UE del 96%. «Vediamo lenti tassi di assorbimento», ha notato.
E’ «quando le scadenze si avvicinano, è allora che alla fine arriva la pressione a spendere soldi. È allora che scopriamo che si verificano la maggior parte degli errori». Murphy ha anche segnalato un tema sui rimborsi della parte dei prestiti che compongono il Pnrr. «Ho viaggiato in molti Stati membri e il rimborso del debito dei prestiti del dispositivo di Ripresa e resilienza sta diventando un'area di crescente preoccupazione. Si tratta di circa 400 miliardi. Ora il 43% è stato effettivamente utilizzato». «Non esiste ancora alcuna apposita fonte di finanziamento deve ancora ripagarlo, ma il 2028 non è così lontano. I rimborsi del capitale inizieranno nel 2028 e vediamo già un impatto significativo sul bilancio in termini di oneri per interessi».
C’è irritazione nel governo per il giudizio della Corte dei Conti italiana sul Pnrr. Il governo - spiegano sempre fonti dell'esecutivo - sta preparando una risposta dettagliata che dovrebbe arrivare mercoledì in giornata. Sul Pnrr «ho visto e sentito dire un po' di tutto, ho visto in alcuni casi un lavoro fatto affinché non ci fossero pagate le rate del Pnrr», ribatte la premier Giorgia Meloni parlando mercoledì mattina nell'Aula della Camera. «L'Europa dice che siamo la prima nazione nella realizzazione del Pnrr. Questi sono i fatti», ha spiegato il presidente del Consiglio. «Le risorse non sono state tagliate» sulla sanità, ha osservato la premier. «Noi chiediamo a tutti di completare le realizzazioni nei tempi previsti. È in corso una verifica» con le Regioni sull'ex articolo 20, «stiamo andando avanti con una situazione che non era esattamente perfetta. Confido che tutti cercheranno di dare una mano».
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