Scamarcio re del rally, la terra promessa di Mikkelsen, Millie Bobby Brown contro il drago e altri 8 film al cinema e in streaming

I momenti pi� divertenti sono due, brevissimi: 1) quando su un ascensore compare la sagoma dell’Avvocato, interpretato con ironia da Lapo Elkann, e 2) quando appare Cesare Fiorio mentre saluta di sfuggita da un angolo di ristorante. Lui, l’ex direttore sportivo di Lancia e Ferrari dei tempi d’oro, 85 anni a maggio. Simboli d’epoca. Proprio alla formidabile carriera e alle intuizioni di Fiorio quarantenne e alla sua ossessione di vincere, costi quel che costi, � ispiratoRace for Glory – Audi vs. Lancia, con cui Stefano Mordini e Riccardo Scamarcio tentano il salto di qualit� internazionale.
I due, al quinto film insieme, s’impegnano in un rombante action-movie innervato da colpi d’acceleratore, curve strette, meccanici con le tute coperte d’olio, e sgommate sui tornanti. Scamarcio � anche il produttore insieme a Jeremy Thomas, mentre la sceneggiatura � firmata a sei mani dal regista e dal primattore con Filippo Bologna. Mordini usa lo schema del polpettone motoristico all’americana, tipo Le Mans ’66: La grande sfida (2019) e Rush (2013), sulla rivalit� in Formula 1 tra Niki Lauda e James Hunt. Racconta il campionato del mondo rally del 1983, l’ultimo in cui s’afferm� un’auto senza trazione integrale, l’anno in cui la Lancia sfavorita ribalt� il pronostico e vinse il titolo costruttori ai danni dell’Audi di Mikkola e Alen.
Furono l’intelligenza e l’astuzia torinese a fare la differenza. �Senza il rischio, il rally non esisterebbe�, sentenzia Fiorio / Scamarcio nell’intervista che apre le danze, confessando che niente lo spaventa quanto perdere. Audi Vs. Lancia � un film asciutto, nostalgico, essenziale. Senza amori o abbandoni sentimentali all’insegna di �donne e motori uguale gioie e dolori�, come avveniva nel mal riuscito Ferrari di Michael Mann. Solo la parabola di un uomo che odiava la sconfitta. La storia poi, avverte una didascalia finale, non � fedele ai fatti.
Ci sono allitterazioni, enfasi, piccoli scarti di memoria a rendere l’opera un vero e proprio �specchio delle mie brame� di Scamarcio, insieme bel tenebroso e capitano coraggioso. No, non ce n’era, quell’anno, per la Lancia. Tutto sembrava gi� scritto: l’Audi invincibile, il primo posto assegnato, impossibile resistere al rullo compressore tedesco. La Lancia invece si afferm� grazie alla leggerezza del suo prototipo, la 037, che volava sull’asfalto e faticava sullo sterrato e la neve fino a diventare �una piccola bara�.
Una macchina fantasiosa, nervosa, generosa che Fiorio guid� da bordo pista come un vero Napoleone, uno stratega con impagabili motivazioni a vincere, non ultima la sfida con il rivale di una vita, Roland Gumpert (Daniel Br�hl). La prima astuzia fu convincere il campionissimo tedesco Walter R�hrl (Volker Bruch), stanco di vincere e per questo nascostosi in montagna a fare l’apicoltore. Fiorio gabb� gli ispettori francesi chiamati a verificare il numero delle vetture prodotte a supporto della 037, mand� fuori giri la scuderia avversaria comprando sale contro la neve in una comunit� di montanari, assold� una nutrizionista (Katie Clarckson-Hill) per dare sprint ai suoi piloti, litigando con le maestranze e il capo-meccanico Giorgio Montanini, ravvedendosi dopo un incidente quasi mortale, alla fine pronto per nuove sfide alla testa del Cavallino Rosso. Ci sono nel film tutti i luoghi comuni del genere, persino il cenno d’intesa del comandante tedesco nei confronti del capitano italiano dopo la vittoria. La fotografia � granulosa e i colori acidi. Scamarcio fa il mattatore / piacione, recita con le sopracciglia, enfatizza con buon ritmo. Emozione nisba, per�.