La minaccia di Putin sugli F16: “Li attaccheremo ovunque si trovino”. E da Mosca nuove accuse a Kiev per l’attentato
MOSCA – A oramai una settimana dall’attentato alla Crocus City Hall nei pressi di Mosca, il presidente Vladimir Putin non ha ancora visitato il luogo dell’attacco a Mosca o incontrato le famiglie delle vittime, né ha intenzione di farlo. Mercoledì ha piuttosto fatto una visita a sorpresa a Torzhok, piccola città nella regione di Tver, Nord-Ovest della Russia, nel suo primo viaggio dopo la rielezione per un quinto mandato al Cremlino, dove ad accoglierlo c’era “una folla pre-assemblata di gente del posto in adorazione”, così l’ha definita il giornalista russo Pjotr Kozlov.
Nel filmato mandato in onda dalle tv, Putin viene accolto da scroscianti applausi non appena emerge dalla limousine presidenziale e poi dispensa un autografo sulla copertina del libro di un’anziana signora e bacia un bambino di dieci anni.
Scene simili a quelle viste in Dagestan nel luglio scorso, a pochi giorni dalla rivolta del gruppo mercenario Wagner guidato da Evgenij Prigozhin. Secondo un funzionario governativo citato da Kozlov, la visita a Torzhok “mirava a dimostrare che la vera nazione russa ama Putin” a dispetto dell’attentato di venerdì scorso, delle file per il candidato pacifista escluso dalle presidenziali Boris Nadezhdin e della montagna di fiori sulla tomba di Aleksej Navalny che lo metterebbero invece “in una luce sfavorevole”.
"Attaccare la Nato? Sciocchezze"
Il tour di Putin nella regione di Tver non è però finito lì. Putin ha visitato anche un museo etnografico e infine il 344° centro statale per il personale dell’aeronautica. È qui che, rispondendo alle domande dei piloti, Putin ha detto che la Russia non ha intenzione di attaccare l’Europa o nessun Paese della Nato, né la Polonia, gli Stati Baltici o la Repubblica Ceca, ma ha promesso che, se l’Occidente fornirà caccia F16 all’Ucraina, allora li abbatterà “ovunque si trovino”.
Secondo Putin, i Paesi occidentali “spaventano la loro popolazione con una possibile “minaccia russa”” per giustificare la contrazione delle loro economie e della qualità della vita. Ma, ha aggiunto, “non abbiamo intenzioni aggressive nei confronti di questi Stati… È una totale assurdità, l’idea di un attacco ad altri Paesi – Polonia, Stati baltici e anche i cechi hanno paura. Sono solo sciocchezze, un altro modo per ingannare la popolazione ed estorcere spese aggiuntive alle persone, costringendole a portare questo peso sulle proprie spalle”.
Putin ha sottolineato che nel 2022 gli Stati Uniti hanno speso il 3,5% del Pil per la Difesa, la Russia il 4%, ma in termini assoluti “gli Stati Uniti hanno speso, a Dio piacendo, 811 miliardi di dollari e la Federazione Russa 72 miliardi. Tenendo presente questo rapporto, combatteremo con la Nato?”.
"Colpiremo gli F16 ovunque si trovino"
A chi invece chiedeva se sarebbe stato consentito colpire i caccia F16 che l’Occidente ha promesso di inviare in Ucraina anche negli aeroporti della Nato, Putin ha poi risposto che tali aerei non cambieranno “la situazione sul campo di battaglia” in Ucraina. E ha aggiunto: “E distruggeremo gli aerei proprio come distruggiamo oggi i carri armati, i veicoli corazzati e altre attrezzature, compresi i lanciarazzi multipli”.
Per poi concludere: “Naturalmente, se verranno utilizzati da aeroporti di Paesi terzi, diventeranno per noi obiettivi legittimi, ovunque si trovino. E gli F-16 sono anche portatori di armi nucleari, e dovremo tenerne conto anche quando organizzeremo il lavoro di combattimento”.
Parole che secondo l’ex consigliere presidenziale e politologo Sergej Markov, sono “un chiaro avvertimento di Putin ai Paesi della Nato: se rinuncerete ai vostri aeroporti per le operazioni di combattimento delle forze armate ucraine, noi li colpiremo. Il problema è che in Ucraina, a quanto pare, attualmente non ci sono aeroporti per gli F16. Pertanto, la Nato sta valutando la possibilità di far partire gli aerei F16 ucraini da aeroporti in Polonia e Romania. Putin li avverte: poi li colpiremo”.
Mosca: "Prove di coinvolgimento di Kiev nell'attentato"
A rinfocolare lo scontro con Kiev e l’Occidente, continuano inoltre le accuse di una loro complicità nell’attentato di una settimana fa, nonostante lo Stato Islamico ne abbia rivendicato la responsabilità. Ieri il Comitato investigativo, l’organismo responsabile delle principali indagini penali in Russia, ha affermato di avere nuovi elementi che dimostrerebbero la cosiddetta “pista ucraina”.
“Il lavoro con i terroristi detenuti, l’esame dei dispositivi tecnici loro sequestrati e l’analisi delle informazioni sulle transazioni finanziarie hanno permesso di ottenere prove dei loro legami con i nazionalisti ucraini”, ha assicurato il Comitato su Telegram, sostenendo che i quattro jihadisti avrebbero ricevuto anche “ingenti somme di denaro e criptovalute dall’Ucraina, che sono state utilizzate nella preparazione di questo crimine”.
Il Comitato investigativo non ha tuttavia pubblicato documenti o prove. Tanto che John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza statunitense, ha risposto che suo zio agricoltore “diceva che i migliori spacciatori di letame spesso portano i loro campioni in bocca” aggiungendo: “I funzionari russi sembrano essere dei buoni commercianti di sterco” che cercano di diffondere “propaganda assurda”.