Dopo lo stop al Mes non pensa alle missioni, anche se per lui non � scontato restare sempre l�. Nei prossimi mesi occorrer� gestire anche la stretta sui conti
Giancarlo Giorgetti, ministero dell’Economia
Un umore nero accompagna ovunque Giancarlo Giorgetti dal pomeriggio di marted�. Solo i motivi del disappunto — eufemismo — sono mutati con l’evolversi degli eventi. Marted� era l’incontro a sorpresa di Parigi e l’accordo fra i suoi colleghi di Francia e Germania Bruno Le Maire e Christian Lindner sul patto di Stabilit�, trasformato in uno show in cui i due sono spinti a presentare Giorgetti — in sua assenza — come del tutto informato. Mercoled� � stata una riunione fra ministri europei dove l’italiano ha constatato che si sarebbe trovato da solo, se si fosse opposto alle nuove regole di bilancio. Gioved� � arrivato il rifiuto del Parlamento di ratificare la riforma del Meccanismo europeo di stabilit�, dopo che Giorgetti aveva detto in eventi ristretti che, quanto a lui, riteneva corretto rispettare i trattati internazionali sottoscritti.
Venerd� questa posizione si � doppiamente ritorta contro il ministro: in Italia, perch� ritenuto in odore di eresia da un governo almeno per ora involuto verso un sovranismo di altri tempi; fuori dall’Italia, perch� la posizione di Giorgetti per il rispetto dei trattati era stata interpretata da alcuni come un suo impegno in questo senso. Il ministro per� ritiene di aver sempre spiegato chiaramente a Bruxelles che la maggioranza nel Parlamento italiano era contro la ratifica del Mes. Ieri poi � arrivata la presa di distanze da parte di Matteo Salvini, il leader della Lega che 14 mesi fa si � visto nominare il suo numero due di partito sopra la sua testa come ministro dell’Economia.
Giorgetti non � tipo da dimettersi per una serie di giornate nere. Ma non ritiene scontato di restare sempre e comunque al suo posto: non se si trover� ad oltranza criticato e incolpato da entrambi i fronti, mentre fra Italia ed Unione europea vengono al pettine i nodi della politica economica che il primo anno di governo di Giorgia Meloni e l’ultimo dell’attuale mandato di Ursula von der Leyen a Bruxelles hanno in qualche modo eluso.
In una certa misura, la vicenda della mancata ratifica del Mes ha un precedente. Giorgetti fu messo al corrente da Palazzo Chigi domenica 7 agosto in serata della legge sulla tassazione degli �extraprofitti� delle banche che pass� in Consiglio dei ministri meno di due giorni dopo. Allora dovette fare buon viso a cattivo gioco. Meno di due mesi dopo Palazzo Chigi e Salvini finirono per accettare una profonda revisione della legge ad opera di Giorgetti e dei suoi. Allo stesso modo, lo scenario pi� plausibile sul Mes prevede una ratifica (dietro qualche foglia di fico) subito dopo le elezioni europee.
Ma n� le foglie di fico, n� le marce indietro dopo i riflessi sovranisti sostituiscono per il governo una visione di politica economica. I partner europei vorrebbero poter lavorare con un ministro italiano che non rischi di girarsi e non trovare l’appoggio della sua maggioranza. Giorgetti sa per� che per Bruxelles lui resta il migliore degli interlocutori possibili, in un governo percorso ancora da una corrente di euroscetticismo. Questo equilibrio fragile peser� nei prossimi mesi quando, in base alle nuove regole, l’Italia dovr� concordare con l’Unione europea il percorso dei prossimi anni. La manovra per il 2025 dovr� trovare in bilancio economie per almeno 22 o 23 miliardi, in parte minore per il risanamento richiesto e in gran parte per rifinanziare gli sgravi gi� concessi una tantum. Il difficile per� verr� quando l’Italia avr� portato il deficit entro il 3% del Pil.
Il centro studi Bruegel stima che allora, in base al nuovo patto di Stabilit�, l’Italia avr� i vincoli pi� stringenti dell’area euro. Visto il debito e gli altri problemi, anche con un nuovo e incisivo piano di riforme il governo dovr� raggiungere e mantenere il surplus di bilancio (al netto degli interessi) pi� alto del club: pi� 3,3% del Pil, livelli mai pi� sostenuti dal secolo scorso. E dovr� eseguire una stretta netta di bilancio da circa 12 miliardi l’anno, per sette anni. Per attenuare questi vincoli aiuterebbe avere una visione di politica economica per l’Italia e spiegarla in Europa. Bloccare il Mes, aiuta meno.
La newsletter Diario Politico
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter "Diario Politico". E' dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.
Corriere della Sera � anche su Whatsapp. � sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.
24 dicembre 2023 (modifica il 24 dicembre 2023 | 07:09)
© RIPRODUZIONE RISERVATA