Inter, i meriti di uno scudetto capolavoro

di Beppe Severgnini

Il primo merito � dei giocatori, tra loro � scattata una magia. Simone Inzaghi sta sorprendendo tutti, l’Inter sa sempre cosa fare. Sullo stesso gradino del podio sta Marotta che ha costruito la squadra sui parametri zero. E Zhang ha studiato il calcio

Inter, i meriti di uno scudetto capolavoro

Al termine di un incontro con gli studenti al liceo Novello di Codogno, luned� mattina, si avvicina una ragazza: �Pronto per la partita di stasera?�. Le rispondo: be’, Udinese-Inter � interessante, ma non mi sembra un passaggio epocale. Sbagliavo: la vittoria — e i successivi festeggiamenti in campo, quasi esagerati — segnano un cambio di stagione. Questa � finita, si pensa alla prossima.

Lo scorso campionato, allo stadio Friuli, l’Inter era andata in vantaggio, poi aveva perso malamente (3-1). Stavolta � andata sotto, e ha vinto (1-2). Dopo aver sub�to un gol �rocambolesco� — l’aggettivo � di Inzaghi, che non voleva dire �comico� — la squadra ha reagito con ferocia. Sul tiro finale dell’indomito Lautaro, il portiere dell’Udinese spinge sul palo: sul rimbalzo si avventano in tre con la maglia arancione. Uno di loro, Frattesi, fa gol. � da questi particolari che si giudicano i giocatori.

�La costruzione di un amore� � il titolo di una bella canzone di Ivano Fossati; a Roberto Vecchioni, Luciano Ligabue, Enrico Ruggeri, Rose Villain e ad altri nerazzurri musicali propongo di comporre �La costruzione di un successo�. C’� molto da cantare, quest’anno. Nel girone di ritorno, finora, undici vittorie su dodici partite, trentun gol fatti, solo sei incassati. Impressionante.

Molto merito va ai giocatori. � evidente che, nella squadra, si � creato un affiatamento formidabile. Barella ha smesso di protestare, Lautaro gioca tranquillo, Bastoni e Dimarco crescono a vista d’occhio. Frattesi accetta di entrare a partita in corso quand’�, di fatto, titolare in Nazionale. Anche la mano di Riccardo Ferri, mio concittadino, si vede: un fratello maggiore travestito da team manager. Certo, vincere aiuta a vincere, ma ogni tanto scatta una magia che trasforma le addizioni in moltiplicazioni. Il Napoli, lo scorso anno, � un buon esempio.

Anche Simone Inzaghi sta sorprendendo tutti (anche s� stesso, probabilmente). La gestione nervosa di una squadra d’alto livello, in qualsiasi sport, � complicata. Nel caso del pallone — circondato da aspettative, sogni e isterie collettive — diventa difficilissima. Inzaghi, l’afono pi� vocale del calcio italiano, � diventato davvero bravo, e sembra avere le idee chiare. L’Inter, in campo, d� l’impressione di sapere sempre cosa fare.

Sullo stesso gradino del podio sta Beppe Marotta. La sua competenza � nota, la sua tranquillit� contagiosa, la sua parsimonia ammirevole: ha costruito la squadra vincente sui �parametri zero� (Sommer, Acerbi, Mkhitaryan, Calhanoglu, Thuram). Col suo sorriso lacustre, l’amministratore delegato pu� trarre in inganno chi non conosce i lombardi e scambia la semplicit� per ingenuit�, il garbo per insicurezza, la pacatezza per rassegnazione. Marotta ha esordito come garzone del magazziniere del Varese, quand’era adolescente. In carriera ha visto di tutto, � chiaro, ma parlando con lui si ha l’impressione che ancora si stupisca e si diverta.

Una menzione speciale tocca al giovane Zhang Kangyang — Steven Zhang, chez nous — qualunque cosa accada in maggio, alla scadenza del prestito di Oaktree. Quando � arrivato all’Inter (2016), non sapeva nulla di calcio: nemmeno guardava le partite. Ma ha imparato, ascoltando chi ne sapeva pi� di lui (Marotta, Ausilio, Zanetti, Antonello). Qualcosa del genere, in un campo molto diverso, ha fatto Luigi Di Maio: nominato ministro degli Esteri, si � messo nelle mani di diplomatici esperti (in primis, Ettore Sequi). Tutto s’impara: il calcio come la politica estera.

Una medaglia al valore, per finire, ai tifosi: soprattutto a quelli che riempiono gli stadi (non solo San Siro!). I loro interventi — �inter+venti�, suona bene! — sono stati decisivi, soprattutto nei momenti difficili: la costruzione del successo di quest’anno parte dalle sconfitte della scorsa stagione in campionato (dodici!). I cuori neroazzurri hanno capito: era un tratto di nebbia, oltre brillava il sole. La scalata in Champions, arrivata fino a Istanbul, ha convinto tutti che la squadra c’era. Da l� in poi � stato tutto pi� facile. Saper aspettare, anche nel calcio, � una virt�.


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10 aprile 2024 (modifica il 10 aprile 2024 | 07:20)

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