Ferrari, perché al Gp Imola è la terza forza
Vasseur resta ottimista, ma le qualifiche del Gp Imola sono state una delusione. Ferrari dietro a un super Verstappen e anche alla McLaren. Leclerc:
Davanti all’hospitality della Ferrari l’unico felice è il bassotto di Charles, Leo saltella senza fermarsi. Tutti gli altri: orecchie basse e facce preoccupate nonostante l’incrollabile ottimismo di Fred Vasseur: «Credo ancora nella vittoria». Ma la botta è di quelle forti, a renderla meno dolorosa è soltanto la penalizzazione di Oscar Piastri (da secondo a quinto per ostruzione su Magnussen) che ha consentito a Leclerc e Sainz di guadagnare una posizione per occupare l’intera seconda fila.
Non erano questi gli obiettivi, la fiducia sugli sviluppi (assente Enrico Cardile, direttore tecnico, a causa di un incidente in moto non grave, è a casa) era tanta quanta l’ambizione, e la convinzione, di puntare alla pole. Non ci si può neanche aggrappare alle scie come fa il team principal francese: «Senza quella che ha preso Max da Hulkenberg saremmo stati a un decimo (anziché due ndr)». Già, ma comunque dietro. E non soltanto rispetto a SuperMax, che si lascia andare ai sentimenti con l’aggancio al record di Senna (8 pole di fila, con l’ultima del 2023) ed esulta come raramente in passato.
Super Verstappen
I muscoli del capitano: ha strigliato la squadra, ha tracciato una rotta per cancellare un venerdì orrendo, ha bisticciato con un tifoso: «Faceva gesti strani a ogni mio passaggio, gli ho fatto il dito medio e al giro successivo applaudiva anche lui come quasi tutto il pubblico qui».
È stato un lavoro congiunto fra il simulatore di Milton Keynes (il collaudatore Sebastien Buemi ha tirato fino all’alba), l’analisi dei dati in pista e i suggerimenti del primo pilota mentre il secondo, Perez, si arenava nella ghiaia finendo fuori dai primi dieci, persino dietro ai «cugini» di Faenza (Tsunoda 7º e Ricciardo 10º, la mini-Red Bull dell’ex ferrarista Laurent Mekies cresce bene). «Fino al mattino, nelle libere, le cose non andavano bene — ha spiegato il campione del mondo, premiato dal connazionale Zirkzee, centravanti del Bologna dei miracoli —, sono andato in qualifica con lo spirito di chi punta alla top 5. Poi ho visto miglioramenti e ho potuto attaccare. È stata una delle mie pole più belle degli ultimi due anni, ci vorrebbero 24 piste così nel Mondiale».
Di sicuro è stata una delle più sudate perché il margine rispetto a inizio stagione si è ridotto. Doveva esserci la Ferrari a rosicchiare centesimi e invece è spuntata la McLaren. L’onda arancione che scolora le colline rosse ha anche il sorriso feroce di Norris, caricato dal trionfo di Miami. La squadra di Woking ha introdotto novità tecniche in Florida e il salto in avanti è stato poderoso. «Ha funzionato tutto benissimo: è un grande orgoglio essere davanti alla Ferrari» sottolinea Lando.
Tutti vicini
Altre parole ad aggravare il carico di pressione dei padroni di casa chiamati alla rimonta su un tracciato dai sorpassi complicati, per scongiurare l’incubo terza forza. Con ulteriori incognite legate al ritmo gara. «Siamo tutti vicinissimi — insiste Vasseur — un decimo fa la differenza». Fra il sogno e la realtà.