Dallo stallo in Ucraina al ritorno di Trump: quali saranno le sfide dell’Occidente nel 2024
Con un occhio ai momenti salienti della geopolitica internazionale e un altro alle prospettive future, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi) ha interrogato oltre 250 esperti italiani sollecitandoli a valutare gli avvenimenti globali del 2023 e a proiettare le sfide del 2024.
La visione degli esperti riflette un consenso: il 57% di loro prevede uno scenario di scontro tra l'Occidente e i Paesi del Global South. Uno scontro che tuttavia non assumerà le forme di guerra fredda, indicando una convergenza di interessi nel Sud globale invece che una serie di forze centrifughe. A questo proposito, quasi il 30% degli esperti anticipa la possibilità di forze centrifughe che potrebbero portare allo sgretolamento di qualsiasi tentativo di formare un fronte del Sud globale.

L'India di Narendra Modi, durante il G20, ha guadagnato riconoscimento per aver ottenuto l'ammissione dell'Unione africana come membro permanente. Tuttavia, secondo il 90% degli esperti, l'India è vista non come un partner affidabile per l'Occidente, bensì come un attore che cerca di bilanciare interessi tra Occidente e Sud globale.

L'Unione Europea emerge dalla valutazione degli esperti come un attore in declino, superando (-51%) perfino la percezione di perdita di influenza della Russia (-27%). Gli analisti suggeriscono che la Ue dovrebbe concentrarsi sulla politica estera e sulla difesa comune, evitando l'espansione a nuovi membri come Ucraina e Moldavia. Il 38% propone di potenziare queste politiche, mentre il 27% suggerisce un'accelerazione nell'integrazione con un gruppo ristretto di Paesi favorevoli a condividere sovranamente competenze.
In un periodo di crescente diffidenza tra grandi blocchi economici, il 52% degli esperti ritiene che le misure messe in campo dalla Ue per difendere le imprese siano ancora troppo deboli. Tuttavia, il 42% di essi ritiene che tali misure, compreso il Critical Raw Materials Act e il Net Zero Industry Act proposti a marzo dalla Commissione europea, siano già adeguate alla situazione.

Dopo l'accordo politico di metà dicembre, la Ue dovrebbe diventare il primo grande blocco di Paesi ad avviarsi verso una legislazione che regoli gli usi possibili dell'intelligenza artificiale (IA). Questo approccio incontra il favore di circa il 30% degli esperti, i quali ritengono che l'Unione dovrebbe limitare lo sviluppo della IA per ridurne i rischi e i possibili impatti negativi. Tuttavia, per una grande maggioranza di esperti interpellati (71%), l'Unione dovrebbe invece lavorare per favorire lo sviluppo della IA da parte di imprese europee. All'interno di questa forte maggioranza, quasi il 60% ritiene che sarebbe necessario un forte programma di investimenti pubblici per sostenere il settore.

Con queste premesse entrando nel vivo del mondo che verrà, per gli esperti Ispi il 2024 dell’Occidente non si prospetta positivo: il 60% è convinto che in Ucraina proseguirà lo stallo al fronte, mentre per il 56% ritiene possibile la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa di novembre.

La principale minaccia globale sono i cambiamenti climatici (25%), seguiti dalla crescita delle disuguaglianze (13%) e la proliferazione dei populismi (12%). In Italia, la preoccupazione principale riguarda il rischio di una nuova crisi economica (42%).
