Tassi Bce, oggi una «non decisione» (ma attenzione alle parole di Lagarde)
Ancora una volta, la Bank of Canada ha lasciato invariati i tassi d'interesse al 5%, come atteso.
La Bank of Canada
I tassi erano stati portati al 5%, livello massimo in 22 anni, a luglio e poi sempre confermati per sei volte di fila. Secondo la Bank of Canada, bisogna aspettare delle conferme sui progressi sull'inflazione, prima di tagliare i tassi d'interesse. In attesa, settimana prossima, dei dati di marzo, gli ultimi valori, quelli di febbraio, indicavano un'inflazione scesa a febbraio al 2,8% annuo dal 2,9% del mese precedente. In una nota, la banca centrale canadese ha affermato di essere «determinata a ripristinare la stabilità dei prezzi per i canadesi» e ha giustificato la sua decisione con il fatto che l'inflazione è ancora «troppo alta», anche se è rallentata negli ultimi mesi. «Il Consiglio di amministrazione della Banca sarà alla ricerca di segnali che indichino che questo movimento verso il basso è sostenibile», ha aggiunto. Ora, secondo gli esperti, le possibilità di un taglio dei tassi a giugno si sono ridotte dal 70% al 40%.
La politica monetaria
Oggi l'attenzione è rivolta alla conclusione della riunione di politica monetaria della Bce, che gli analisti definiscono «transitoria»: i policymaker hanno in più occasione ribadito che aspettano ulteriori dati macroeconomici per operare senza indugio in direzione di un taglio dei tassi a giugno e il mercato ne sta tenendo conto. Il Consiglio direttivo, salvo colpi di scena clamorosi, lascerà quindi invariati i tassi di interesse per la quinta riunione consecutiva al 4,5%, il livello più alto dal 2001, confermando anche le operazioni di prestito overnight al 4,75% e quelle di deposito al 4%.
Gli ultimi segnali riguardo a un avvicinamento dell'inflazione dell’Eurozona verso l'obiettivo del 2% sono confortanti. A marzo l'inflazione è scesa al 2,4% mentre quella di fondo - che esclude l'effetto dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari, in quanto più volatili - è calata al 2,9%.
«La riunione di aprile della Bce sarà una delle più rapide della storia», ha dichiarato a Efe Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac, prima di notare che è «molto difficile che una banca centrale dipendente dai dati possa deviare dal suo corso». Un'opinione condivisa da AXA, che ritiene probabile che la riunione sia «una valutazione provvisoria in attesa di ulteriori dati su salari e profitti nel primo trimestre».
Secondo Franck Dixmier, global fixed income investment director di Allianz Global Investors, la riunione potrebbe essere utilizzata per discutere «il punto di svolta della politica monetaria e, in particolare, la tempistica del primo taglio dei tassi», ritenendo che la Bce «non abbia più molte ragioni per non iniziare presto a normalizzare la propria politica monetaria».
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di Marco Sabella
I tassi
All'ultima riunione di marzo, secondo i verbali, i membri hanno concordato all'unanimità di mantenere i tassi e di considerare prematuro discutere di tagli, anche se gli argomenti a favore dei tagli si stanno rafforzando. Già l'indicazione che se n'è iniziato a parlare sarebbe un segnale importante. In ogni caso, gli analisti di Bank of America, Carmignac, Ebury, Pimco, AXA e Allianz Global Investors si aspettano che la Bce effettui il suo primo taglio dei tassi a giugno, anche se la Fed statunitense esita sulle sue prossime mosse e nonostante l'indipendenza delle banche centrali l'effetto intrecciato delle decisioni a livello internazionale non è da trascurare. In particolare Bank of America prevede due tagli a settembre e dicembre, mentre Ebury concorda con le previsioni del mercato, che prevede circa 90 punti base di tagli nel 2024, il che significherebbe circa tre o quattro tagli.
Da parte sua Pimco ritiene che, quando la Bce inizierà a tagliare i tassi, lo farà «con cautela nei passi convenzionali di 25 punti base». Previsioni in linea con i messaggi lanciati dal presidente dell'istituzione, Christine Lagarde, che nell'ultima riunione ha assicurato che servono più dati e che una parte di essi arriverà ad aprile, ma che se ne saprà «molto di più a giugno». La Bce ha mantenuto i tassi di interesse invariati al 4,5% durante le ultime quattro riunioni, dopo averli aumentati dieci volte tra luglio 2022 e settembre 2023 in un intervallo compreso tra 0,25 e 0,75 punti, al livello più alto dal 2001.
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