Unicredit, Banco Bpm e Generali: prove di risiko allargato sull’asse Milano-Trieste
di Stefano Righi
La Borsa di Milano, ai massimi da quindici anni, ovvero da quando la banca americana Lehman Brothers finì a gambe all’aria causando un terremoto che si irradiò in tutto l’occidente, sta facendo particolarmente bene agli istituti di credito italiani, che appaiono finalmente guariti dal complesso di inferiorità rispetto ai partner europei.
Per anni considerate sempre troppo piccole e troppo circoscritte sul territorio domestico, Intesa Sanpaolo e Unicredit, le principali banche della Penisola, hanno oggi indossato un abito alla moda, sfruttando il rialzo dei tassi e delle quotazioni di Borsa, tanto che nel confronto europeo hanno superato, seppur di poco, i concorrenti francesi.
Se guardiamo alla capitalizzazione di Borsa, considerando i valori di apertura dei mercati finanziari di oggi, lunedì 8 aprile 2024, vediamo che Intesa (60,8 miliardi) e Unicredit (58,6) valgono assieme più di Bnp Paribas (76,3) e Credit Agricole (42,6). La coppia italiana vale infatti 119,4 miliardi di euro di capitalizzazione borsistica, quella francese 118,6 miliardi. Basta poco per rovesciare gli equilibri, sia chiaro, ma va anche detto che questo spalla a spalla che oggi premia le due banche italiane solo un anno fa sarebbe stato improponibile, con una nettissima vittoria della coppia francese.
I grandi Paesi europei hanno tutti una coppia di banche estremamente competitive. In testa c’è la Spagna che, anche grazie agli interessi sviluppati in Sudamerica conta tra Santander (72,5) e Bbva (64,2) una capitalizzazione complessiva di 136,7 miliardi di euro, nettamente superiore alla coppia italiana che finisce al secondo posto. I francesi, come detto, sono terzi e al quarto posto c’è l’Olanda con Ing (54,5 miliardi di capitalizzazione) e Abn Amro (7,9) che valgono assieme 62,4 miliardi. Entrambe le banche olandesi sono ben note in Italia: Ing è un player presente nella Penisola da oltre vent’anni, mentre Abn Amro fu proprietaria di Antonveneta prima che questa finisse nel perimetro del Monte dei Paschi di Siena.
di Stefano Righi
Le celebrate banche tedesche sono solo quinte nella classifica dell’Europa del credito: Deutsche Bank (29,4) e Commerzbank (16,4) valgono assieme 45,8 miliardi di euro. Meno delle metà di Intesa e Unicredit. Questo risultato è dovuto anche alla struttura dell’industria creditizia tedesca, con molte banche locali, estremamente radicate, ma poco diffuse a livello nazionale.
Peraltro, va evidenziato che pochi possono contare sulla pluralità dell’offerta italiana. Dietro alle due big, infatti, ci sono Banco Bpm, che oggi vale 9,5 miliardi di euro, Bper (6,2), Mps (5,1), per non dire delle banche specializzate o pluri-specializzate, come Mediobanca (11,6), FinecoBank (8,7), Banca Mediolanum (7,6) o Banca Generali (4,2). Una offerta articolata e complessa.
A livello di singolo istituto va però riconosciuta la leadership francese: nessuno vale più di Bnp Paribas, che con i suoi 76,3 miliardi di capitalizzazione guarda tutti dall’alto in basso nell’Unione Europea. Per entrambi i grandi player francesi, l’Italia rappresenta il secondo mercato. Bnp Paribas controlla Bnl, il Credit Agricole è partito da Cariparma e attraverso molte acquisizioni ha completato un mosaico che, nei fatti, lo rende il terzo polo creditizio in Italia. Entrambe, poi, sono presenti nel risparmio gestito, nel leasing e nel credito al consumo. Quante occasioni perse per i player italiani…
di Stefano Righi
Se dall’Unione politica ed economica ci allarghiamo al concetto geografico la leadership continentale finisce però a Londra dove ha sede Hsbc, prima banca in Europa per dimensioni di Borsa (121,6 miliardi di capitalizzazione, più di Intesa e Unicredit messe assieme) che con il gruppo Lloyds Bank (33,9) porta a 155,5 miliardi la capitalizzazione della coppia londinese. Al secondo posto nell’Europa geografica c’è poi la svizzera Ubs che dopo essersi comperata il derelitto Credit Suisse un anno fa, oggi capitalizza da sola 97,5 miliardi. Ubs è l’ultima grande banca svizzera, unico colosso degli investimenti rimasto in un Paese che, con la crisi del Credit Suisse, ha smesso di essere un punto di riferimento nel panorama internazionale.
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