Messico, plebiscito per Claudia Sheinbaum: «Sarò la Presidenta del popolo»
«Non sono sola, qui ci siamo tutte»: Sheinbaum vince con il 59% dei voti. La sua coalizione potrà modificare la Costituzione
DALLA NOSTRA INVIATA
CITTA' DEL MESSICO - «Per la prima volta in 200 anni della Repubblica, diventerò la prima Presidenta del Messico. E non arrivo qui sola, arriviamo tutte». Claudia Sheinbaum, 61 anni, lo urla ormai senza voce sulla piazza dello Zocalo, cuore di Città del Messico, nella notte che l’ha consacrata con un ampio margine — oltre 30 punti percentuali sulla rivale Xochitl Gálvez — alla guida del Paese più violento e più felice dell’America Latina. Sessanta milioni di elettori hanno confermato la scelta di un governo di sinistra.
Il trionfo di Sheinbaum — vincitrice con il maggior numero di voti nella storia messicana — è stato anche un plebiscito per l’attuale presidente Andrés Manuel López Obrador, detto Amlo dalle iniziali, che ha promesso: «Missione compiuta. Ora posso andare in pensione».
Claudia, ex sindaca di Città del Messico, prescelta dallo stesso Amlo per la successione, lo sa bene. «È il riconoscimento del popolo messicano alla nostra storia, ai risultati, alla convinzione e alla volontà. Ma soprattutto è il riconoscimento del popolo messicano al nostro progetto nazionale», dice nel discorso della vittoria.
Un progetto, la Quarta Trasformazione lanciata da Amlo quando assunse il potere nel 2018, che promette lotta alla povertà e al neoliberismo. La coalizione Sigamos Haciendo Historia (Continuiamo a fare la storia) costituita dal movimento di Amlo, Morena, e dai più piccoli Partito del lavoro e Verde, ha sbancato al voto di domenica, in cui si eleggevano ben 20 mila cariche.
Con quasi il 90 per cento delle schede scrutinate, Sheinbaum ha ottenuto il 59% dei voti contro il 28% della candidata del fronte oppositore Fuerza y Corazón, Xochitl Gálvez, e il 10% del candidato di Movimiento Ciudadano, Jorge Máynez. La sinistra ha vinto anche il governo di Città del Messico, con Clara Brugada, e almeno sei dei nove governatorati in lizza. Secondo le proiezioni, potrebbe avere la maggioranza qualificata alla Camera e al Senato per emendare la Costituzione.
Sheinbaum è fisica del clima e ingegnera, madre e nonna. In Messico la chiamano tutti Presidenta o Doctora, perché chi ha una laurea da queste parti, o addirittura come lei un dottorato, è automaticamente un gradino più su. Una distanza che Claudia deve colmare in fretta con il popolo di Amlo. Così allo Zocalo, meno pieno di quanto fu per la vittoria del 2018, ripete la promessa: «Manterremo un governo del popolo, dal popolo e per il popolo. Garantiremo tutti i programmi sociali».
E assicura che si prenderà cura «di tutti i messicani, senza distinzioni», perché «dovremo camminare in pace e armonia per costruire un Paese più giusto e prospero». Il successo di Morena deriva soprattutto dai risultati economici di questi sei anni. Il salario minimo è raddoppiato e ha trascinato verso l’alto il reddito medio nazionale, cinque milioni di messicani sono usciti dalla povertà, anche se è aumentata la povertà estrema, le pensioni sono cresciute così come il numero di giorni di ferie obbligatorie dei lavoratori.
L’economia ha beneficiato anche del «friendshoring» delle aziende Usa, che hanno spostato in massa alcune operazioni dalla Cina alle nazioni alleate. «L’anno scorso, per la prima volta in due decenni, gli Stati Uniti hanno acquistato più beni dal Messico che dalla Cina», sottolinea il New York Times.
La tecnocrate Sheinbaum è forse meno scaltra di Amlo ma più attenta al negoziato. «Con gli Usa ci sarà un rapporto di amicizia, rispetto reciproco e uguaglianza, come è stato fino ad ora. E difenderemo sempre i messicani che sono dall’altra parte del confine», dice. Uno dei temi più caldi sarà proprio la frontiera. Nell’ultimo anno, Amlo ha lavorato con la Casa Bianca per ridurre la migrazione da altri Paesi attraverso il Messico. Joe Biden si è subito congratulato con Sheinbaum che gli ha risposto: «Continueremo a collaborare».