Il crollo degli aiuti all’Ucraina: Stati Uniti fermi ai valori di agosto, sorpasso dell’Ue sulle armi pesanti

di Giuseppe Sarcina

I finanziamenti tra agosto e fine ottobre sono calati dell’87% rispetto allo stesso periodo del 2022. I dati del Kiel: solo 20 Paesi su 42 hanno annunciato nuovi pacchetti. Italia ferma a 700 milioni

Il crollo degli aiuti all’Ucraina: Stati Uniti fermi ai valori di agosto, sorpasso dell’Ue sulle armi pesanti

Negli ultimi mesi, dal primo agosto al 31 ottobre, gli aiuti militari e finanziari all’Ucraina sono crollati dell’87% rispetto allo stesso periodo del 2022. � il punto pi� basso da quando � cominciata l’aggressione putiniana, il 24 febbraio 2022. La frenata pi� netta � quella degli Stati Uniti. Tanto che i Paesi europei hanno sorpassato l’America nella consegna di armi pesanti: aerei da combattimento, artiglieria, carri armati, blindati, sistemi di difesa aerea, batterie di missili.

La sindrome di abbandono vissuta dagli ucraini si riflette nelle statistiche elaborate dal Kiel Institute for the world economy (Ifw), un importante centro studi tedesco che tiene la contabilit� della guerra, prendendo nota di quali Paesi o istituzioni abbiano inviato strumenti bellici oppure denaro all’Ucraina. Mercoled� 7 dicembre, l’Ifw Kiel ha pubblicato l’ultimo aggiornamento.

Lo scenario generale conferma l’allarme di Volodymyr Zelensky e della Casa Bianca: l’impegno dei Paesi occidentali si � drasticamente affievolito. Gli analisti tedeschi hanno esaminato le mosse di 42 Stati, i principali sostenitori di Kiev.

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Ebbene solo 20 di questi hanno annunciato ulteriori forniture o altri fondi, per un valore complessivo di 2,11 miliardi di euro: la soglia minima registrata finora. Manca all’appello il piano da 50 miliardi di euro, da spalmare sul triennio 2024-2027, che deve essere ancora approvati dal Consiglio europeo il prossimo 14 dicembre. Sempre che venga superato il veto dell’ungherese Viktor Orb�n. E non c’� neanche il pacchetto da 61 miliardi di dollari messo in campo da Joe Biden, ma che attende il via libera del Congresso.

I grafici mostrano, in particolare, come gli americani si siano arenati, specie sul versante militare. Se si guarda alla mappa dei singoli Paesi, gli Stati Uniti restano di gran lunga il maggior fornitore di armi, con un valore di 44 miliardi di euro dal gennaio 2022 a oggi. Ma da agosto 2023 in poi questa cifra praticamente non si � mossa. Sono emerse, invece, altre realt�. Il caso pi� vistoso � quello della Germania, che dall’aprile scorso ha cambiato passo e ora � il secondo partner dell’Ucraina, con un apporto pari a 17 miliardi di euro. La svolta voluta in primavera dal cancelliere tedesco Olaf Scholz si sta concretizzando nel rifornimento dell’arsenale ucraino.

� cresciuto anche il peso del blocco nordico: Norvegia (3,6 miliardi di euro); Danimarca (3,5); Olanda (2,5); Svezia (1,9) e Finlandia (1,4). Il fianco Est, invece, sembra a corto di risorse, anche se la Polonia spicca per lo sforzo compiuto negli ultimi due anni: 3 miliardi di euro. L’Italia � ferma a 700 milioni di euro. La Francia a 500 milioni.

Nel complesso l’insieme dei Paesi europei, compresi Norvegia e Regno Unito, hanno quasi raggiunto il valore delle forniture americane. L’Unione Europea, trainata da Germania e dal Nord, ha addirittura superato gli Usa nel settore degli armamenti pesanti: 11,75 miliardi di euro, contro 10,75. Nel trimestre agosto-ottobre la Ue ha aggiunto 780 milioni di euro; l’America 500 milioni. Un ritmo troppo lento per tenere testa a Vladimir Putin. Su questo sono d’accordo a Washington, come a Bruxelles e a Kiev.


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7 dicembre 2023 (modifica il 7 dicembre 2023 | 22:09)

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