Apparecchi acustici, l’indagine Antitrust: scarsa trasparenza e prezzi elevati (2 mila euro). Ipotesi voucher

In Italia circa 2,5 milioni di persone utilizzano un apparecchio acustico. Ogni anno vengono venduti nel Paese più di 500.000 apparecchi venduti, con un prezzo medio per singolo apparecchio che si aggira tra i 1.500 e 2.100 euro.
Il mercato italiano vale circa 900 milioni di euro all’anno, ma è affetto da prezzi elevati, da scarsa trasparenza informativa e da bassi livelli di contributo pubblico. Nel complesso, tali elementi limitano l’accesso dei consumatori a dispositivi medici che potrebbero correggere i difetti uditivi di cui soffrono 7 milioni di italiani. Sono queste alcune delle risultanze dell’indagine conoscitiva sul mercato degli apparecchi acustici avviata lo scorso settembre dall’Antitrust. Senza avviare alcun inchiesta, l’autorità ha inviato una segnalazione a Parlamento, ministero della Salute, ministero dell’Economia, Agenas, Regioni e Province Autonome per avanzare alcuni suggerimenti legislativi,  proponendo per esempio gare pubbliche per la sanità e rimborsi diretti e voucher per i cittadini.

I produttori di apparecchi acustici

L’indagine Antitrust prende le mosse da una ricognizione del mercato a monte, quello della produzione di apparecchi acustici. Si tratta di un’industria concentrata nelle mani di poche aziende che, nell’insieme, controllano circa il 90% delle vendite. L’Agcm parla di un oligopolio di fatto che, tuttavia, potrebbe essere sconvolto dall’ingresso di nuovi attori come EssilorLuxottica, prossima al lancio di un apparecchio acustico integrato negli occhiali. Attualmente, tuttavia, secondo le stime disponibili, i gruppi danesi Sonova e Demant detengono quote di mercato intorno al 30%, le altre danesi WS e GN ampiamente superiori al 10% ciascuno, e Starkey, quinto operatore globale ma più concentrato negli Stati Uniti, vicino al 5-6%. Questi gruppi distribuiscono i loro prodotti attraverso catene proprie o rivenditori terzi, di piccole, medie e grandi dimensioni. 

Il mercato della distribuzione

Decisamente più frammentato il mercato della distribuzione degli apparecchi acustici. In Italia il principale operatore è Amplifon, con una rete di circa 750 centri specializzati che distribuisce, con il proprio marchio, gli
apparecchi dei principali produttori mondiali, ma circa la metà dei centri acustici specializzati è di proprietà di singoli imprenditori e gestito da audioprotesisti indipendenti. La modalità assolutamente prevalente di vendita è "a pacchetto" che comprende, oltre al dispositivo, i servizi di adattamento alle specifiche esigenze uditive del consumatore. 

Il peso dei servizi sul prezzo

Questi servizi incidono mediamente per il 70-80% del prezzo finale del singolo apparecchio che, in Italia, è superiore agli altri Paesi europei e si aggira in media fra i 1500 e i 2100 euro. Tuttavia, l’incidenza dei servizi non è chiara ai consumatori in quanto le componenti di costo non sono indicate e non è possibile scindere le componenti del pacchetto, acquistando per esempio l’apparecchio acustico da un rivenditore e i servizi di personalizzazione da un altro. L’unione ha una logica commerciale e medica; l’Antitrust auspica però che la scissione sia consentita e che, comunque, le offerte combinate dichiarino con trasparenza il peso del prodotto e quello dei servizi sul prezzo finale.

Il voucher per i cittadini

Per quanto riguarda gli apparecchi acustici forniti dal Servizio Sanitario Nazionale, dall’indagine sono emerse gravi difficoltà nelle procedure di acquisto pubblico, dovute, si legge «a una normativa poco chiara che ha pregiudicato l'effettiva attuazione dei livelli essenziali di assistenza,
oltre alla forte opposizione dei principali operatori commerciali». A fronte della possibilità che le forniture pubbliche tornino a un regime «a tariffa» - sulla base di modifiche legate all'entrata in vigore del nuovo nomenclatore
tariffario dell'assistenza protesica - l'Autorità ritiene quindi che, a garanzia dell’efficienza della spesa pubblica e in un’ottica di rafforzamento dei meccanismi concorrenziali, le amministrazioni interessate possano svolgere gare. L’Antitrust inoltre sottolinea che è anche opportuno assegnare l’importo del rimborso direttamente all'assistito attraverso l'introduzione di un «voucher» o «buono-udito», per sostenere una concorrenza tra fornitori di prodotti e di servizi che consenta di accedere a un'offerta appropriata e tecnologicamente aggiornata.

L’impatto su Amplifon

L’indagine Antitrust ha intanto avuto un impatto anche in Borsa. Il titolo di
Amplifon, operatore leader in Italia per le protesi acustiche, ha ceduto nettamente a Piazza Affari in apertura per poi recuperare nel corso della seduta e poi chiudere la seduta in calo del 2,4%. Alcuni analisti hanno del resto giudicato favorevole per il mercato e per Amplifon la serie di correzioni suggerite dall’autorità. «Nel complesso, riteniamo che lo scenario di una riforma simile a quella francese rimanga valido e che si rivelerebbe un catalizzatore positivo per Amplifon nei prossimi anni», affermano gli esperti di Jefferies secondo i quali in uno scenario di questo tipo «se il governo italiano dovesse seguire l'esempio dei colleghi francesi, ciò potrebbe portare a un forte impulso sul mercato italiano del settore» e «Amplifon ne trarrebbe un chiaro vantaggio, data la sua posizione di leadership nel Paese».

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