Macron e l’invio di soldati in Ucraina: «Non è escluso se Mosca sfonda»
L’intervista all’Economist. L’incontro con Scholz all’Eliseo prima della visita di Xi a Parigi
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI In copertina sull’Economist con un’intervista intitolata «Europa in pericolo mortale», Emmanuel Macron ripete la sua posizione sulla guerra in Ucraina e la sua scelta di «non escludere l’invio di truppe». «Come ho già detto non escludo niente, perché abbiamo davanti qualcuno che non esclude niente. Senza dubbio siamo stati troppo esitanti, quando abbiamo comunicato i limiti della nostra azione a qualcuno che non ne ha più, e che è l’aggressore».
Macron precisa le due condizioni per l’intervento militare diretto in Ucraina: se la Russia dovesse riuscire a rompere le linee del fronte, e se il governo di Kiev chiedesse aiuto.

«La Francia è un Paese che ha condotto interventi militari, anche di recente — ha detto Macron —. Abbiamo inviato migliaia di uomini nel Sahel per lottare contro il terrorismo che ci minacciava. Lo abbiamo fatto rispondendo a una richiesta di Stati sovrani. Se i russi dovessero penetrare oltre la linea del fronte, se ci fosse una richiesta dell’Ucraina — per ora non è questo il caso — sarebbe legittimo porsi la questione. E dunque penso che scartarla a priori significa non trarre alcun insegnamento dagli ultimi due anni». Nell’intervista Macron parla anche dei rapporti con la Cina, e delle differenze tra Francia e Germania su questo tema, in particolare quanto alla politica industriale e alle esportazioni di auto.
Per coordinarsi sulla Cina, ieri sera Olaf Scholz e Emmanuel Macron hanno cenato in un ristorante di Parigi in forma privata assieme alle mogli, alla vigilia della visita del presidente cinese Xi Jinping, il 6 e 7 maggio nella capitale francese. All’incontro con il leader cinese parteciperà anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, alla quale potrebbe aggiungersi il cancelliere Scholz.