Stop alle auto benzina e diesel: che cosa prevede il provvedimento dell’Unione Europea

di Edoardo Nastri

Le tappe, le regole e le deroghe alla questione che sta facendo discutere la politica e industria: domande e risposte

Stop alle auto benzina e diesel: che cosa prevede il provvedimento dell'Unione Europea

Stop alle auto benzina e diesel: che cosa prevede il provvedimento dell'Unione Europea

Quali sono i limiti previsti dall’Unione Europea sul taglio alle emissioni di CO2 dei veicoli?
Il percorso prevede diverse tappe. Il prossimo anno le emissioni medie delle auto nuove vendute dovranno scendere sotto i 93,6 grammi per chilometro, con una riduzione del 19% rispetto ai 116 grammi per chilometro in vigore nel 2024. I veicoli commerciali fino a 3,5 tonnellate di peso vedranno invece gli obiettivi scendere da 185 a 154 grammi per chilometro (-17%). Il prossimo step sar� nel 2030, quando le emissioni dovranno diminuire ulteriormente del 55%, mentre il 2035 sar� l’anno del taglio totale e diremo addio ai motori benzina e diesel tradizionali: a meno di cambiamenti, i costruttori automobilistici dovranno vendere veicoli esclusivamente a emissioni zero.

Che cosa succeder� alle aziende che non riusciranno a rispettare i limiti?
Il superamento dei limiti di emissioni di CO2 previsti dall’Unione Europea pu� comportare multe salate. La sanzione prevista per chi non riuscir� a sottostare alle regole � pari a 95 euro moltiplicati per l’eccesso di grammi di CO2 per chilometro e per il volume delle immatricolazioni. Ci� significa che i grandi gruppi dell’auto potrebbero dover pagare sanzioni per centinaia di milioni di euro, con possibili ricadute sui prezzi delle auto e occupazione. �Si rischiano multe per 15 miliardi di euro se non le norme Ue sulle emissioni di CO2 non verranno rispettate�, ha dichiarato Luca de Meo, Ceo del gruppo Renault e presidente dell’Acea, l’Associazione europea dei costruttori di auto.

Sono previste delle deroghe?
La normativa non prevede lo stop per i motori alimentati con e-Fuel (carburanti sintetici) prodotti da fonti rinnovabili. Inoltre c’� una deroga per i piccoli produttori: chi costruisce meno di mille auto all’anno pu� considerarsi esentato dal provvedimento, mentre chi produce tra mille e 10 mila unit� all’anno (cifre adeguate a casi come Ferrari o Lamborghini) avr� un anno in pi� per adeguarsi (quindi, il 2036) senza doversi preoccupare del raggiungimento degli obiettivi intermedi.

Quali paesi stanno rivedendo le loro posizioni riguardo all’applicazione di queste normative?
La previsione di un 2035 a zero emissioni ha portato i costruttori automobilistici a convertire parte della propria produzione all’elettrico con grandi investimenti. I risultati per� non sono stati quelli sperati: la quota di mercato delle auto a zero emissioni in Europa � pari a poco pi� del 12%, ma alcuni Paesi sono molto pi� indietro. L’Italia � uno di quelli: le auto elettriche valgono meno del 4% del mercato. La poca richiesta di queste vetture rallenta le fabbriche in cui si producono (come accade a Torino a Mirafiori dove nasce la Fiat 500 elettrica), porta provvedimenti di cassa integrazione e critiche dei governi alle scelte dell’Ue, come accaduto in Italia, Ungheria, Polonia o Bulgaria. Anche in Germania alcuni politici biasimano la transizione, ritenendola tra le cause della crisi del settore auto. I segnali ci sono, visto che Volkswagen sta valutando la chiusura di uno dei suoi stabilimenti in Germania: la necessit� � tagliare dieci miliardi di euro di costi entro il 2026, razionalizzando le spese per sostenere la transizione verso le auto elettriche.

9 settembre 2024 (modifica il 9 settembre 2024 | 09:50)

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