Bill Viola: «La telecamera è un occhio aperto e la musica è il tempo cosmico»

di HELMUT FAILONI

Il grande video artista nel 2010 port� ad Arte Fiera a Bologna un suo dialogo con la musica di Arvo P�rt

Bill Viola: «La telecamera è un occhio aperto e la musica è il tempo cosmico»

Bill Viola (1951-2024) in una foto di Rafa Rivas (foto Afp/ Archivio Corriere)

Bill Viola � morto venerd� 12 luglio a Long Beach, California. Geniale contaminatore di arte e tecnologia, l’artista era malato di Alzheimer. Questa intervista � stata pubblicata sul �Corriere di Bologna� del 29 gennaio 2010.

Bill Viola, mentre entra con la moglie Kira in Aula Magna di Santa Lucia a Bologna, dove sta provando Diario dell’anima — l’evento in anteprima mondiale di Arte Fiera 2010 che lo affianca al compositore estone Arvo P�rt — viene accolto dal rombo assordante dell’acqua che sembra schizzare fuori da uno dei due suoi video, che verranno proiettati nel corso della rappresentazione. Viola durante il sound check dei suoi video, si muove come un direttore d’orchestra nei vari angoli della sala per ascoltare come gli arriva il suono. Arriva ovunque. Ti penetra dentro. Con forza tellurica. Proprio mentre un corpo viene sospinto verso il cielo dalla potenza inarrestabile dell’acqua.

L’acqua ha sempre alimentato il suo immaginario. Cosa rappresenta per lei?
�Potrei parlare per ore di acqua... Per me rappresenta soprattutto vita, morte, riflesso, mistero e trascendenza�.

Per lei l’elemento liquido ha una forza archetipica tale da far pensare ai simbolismi elencati da Gaston Bachelard.
�L’uomo milioni di anni fa per la prima volta ha visto la propria immagine riflessa nell’acqua. E se vedi la tua immagine, puoi sognare, perch� vedi fuori da te stesso�.

Qual � il suo primo ricordo con l’acqua?
�Quando avevo sei anni stavo per annegare in un lago. Ma non me ne rendevo conto. Ero in uno stato di serenit� assoluta, mentre sprofondavo in acqua�.

E questa esperienza l’ha segnata profondamente?
�Tutto il mio lavoro � un tentativo di tornare a quel momento di serenit� sott’acqua�.

Lei sogna l’acqua?
�S�, l’ho sognata spessissimo da ragazzo. Ora non sogno pi� tanto. Non ne ho bisogno, perch� i miei video in fondo sono dei sogni. Diciamo che sostituiscono il mio bisogno di sognare. Lo capirono gi� i mistici del Medio Evo che per comprendere i misteri e lo spirito del mondo, bisognava sognare. Solo cos� vedi quella realt� invisibile che ci circonda�.

Qual � la realt� invisibile che ci circonda in questo momento che stiamo parlando?
�La potenza di un luogo cos�, dove ora ci troviamo, una chiesa sconsacrata, sta tutta nel suo vuoto. Sono i particolari quelli che attirano la mia attenzione. Quelli che ti schiudono altre porte. Quelli che ti fanno vedere oltre. Ricordo nella cattedrale di Siena quando vidi la “testa” di Santa Caterina. L’energia di quel luogo non proveniva pi� dalle pietre, dagli altari, dalle vetrate, ma unicamente da quell’immagine�.

Per i suoi video lei sceglie sempre attori, volti, fuori dal tempo, lontani dai tratti somatici canonici. Come sceglie dunque le persone?
�� unicamente una scelta emozionale. Spesso non occorre nemmeno che parlino, che ho gi� scelto. Basta che mi comunichino quel senso di realt� invisibile di cui parlavo prima �.

Realt� invisibile. Un nome di riferimento, di ispirazione?
�Andrej Tarkovskij�.

Le espressioni dei volti in alcuni suoi lavori comunicano un senso di paura. Cos’� la paura per lei?
�Se non abbiamo paura non possiamo sapere chi siamo. Il lavoro dell’arte � quello di concretizzare la paura. � troppo facile essere aggressivi, alzare la voce. Al contrario � molto difficile ammettere, guardare in faccia le proprie paure e buttarcisi dentro�.

I sue due lavori che vedremo prima di passare alla musica di Arvo P�rt sono stati realizzati per una messa in scena di �Tristan und Isolde� di Wagner, qual � il suo rapporto con la musica?
�Profondo. A scuola suonavo il flauto, poi passai al sassofono. Al liceo invece diventai batterista di un gruppo di rock’n’roll. Ma l’esperienza pi� importante � stata quella con David Tudor, con il quale lavorai per otto anni�.

Fu lui ad avvicinarla all’�elettronica�?
�I suoni che sentite sotto ai due video sono suoni di Tudor. Quando suonava al piano e metteva tutte quelle lunghe pause, aveva necessit� di pulire la coscienza, di svuotarla. Solo allora poteva fare un altro suono. Concetti troppo rivoluzionari per i quegli anni�.

Cap� prima di altri il concetto di temporalit�, di tempo.
�La musica � tempo. I musicisti, solo loro, padroneggiano il tempo�.

E della musica di Arvo P�rt, cosa dice?
�Meravigliosa. In Arvo P�rt c’� il tempo. Il tempo della natura, il tempo dell’esperienza umana, il tempo del respiro, il tempo del corpo, un tempo cosmico, lontano da qualsiasi tipo di tecnologia�.

La qualit� che apprezza maggiormente in P�rt?
�Che non ha paura di andare indietro nel tempo per cercare ispirazione�.

Cosa significa per lei vedere?
�La telecamera � un occhio aperto, soltanto un mezzo per accedere alla visione vera�.

E lei come ci � arrivato a questa visione autentica?
�Attraverso letture di sufismo islamico, di Jalal al-Din Rumi in particolare. La poesia purifica la visione. Ti fa vedere pi� profondamente dentro le cose. Le slow-motion che uso nei miei video derivano proprio da quelle letture�.

13 luglio 2024 (modifica il 13 luglio 2024 | 18:30)

- Leggi e commenta