Luca Banchi, coach della Virtus Bologna, oggi comincia la Final Eight di Coppa Italia. Il suo presidente Massimo Zanetti le ha messo pressione dicendo che � il trofeo pi� importante?
Luca Banchi, il coach della Virtus Bologna: «Come vinco? Io sono un ladro d’idee»
L’allenatore che ha portato la Lettonia ai vertici mondiali: �Nessun coach conosce la pallacanestro meglio dei suoi giocatori: io ipotizzo, loro realizzano�
�No, perch� ci portiamo dietro il valore di cinque mesi vissuti assieme. La squadra � consapevole che si gioca per vincere: � un torneo particolare, ci si nutre di vittorie ogni 24 ore, anche se le ultime sette volte ha vinto la Coppa chi ha giocato la prima semifinale�.
Tre giorni prima dell’inizio della Supercoppa lei � arrivato alla Virtus, l’ultima squadra italiana ad aver vinto una coppa europea (Eurocup 2022) e l’ultima ad aver vinto l’Eurolega (2001): � sorpreso dell’andamento di questa stagione?
�Quando mi ha chiamato la Virtus ero fuori dall’Eurolega da sei anni, il mio nome non scaldava pi� nessuno. Dicevano: ma davvero va Banchi dopo Scariolo? Mai avuto dubbi che qui il potenziale fosse di alto livello. Sono stati bravi i giocatori a percepire il senso di urgenza che il mio arrivo a Bologna significava e a voler vivere una stagione speciale. Non siamo i pi� talentuosi ma siamo degni di essere sostenuti e di rappresentare la storia del club. Un paragone potrei farlo con l’annata a Milano, quando andammo ai playoff per sfidare il Maccabi e il Forum era un muro rosso�.
In Eurolega ha perso al debutto al PalaDozza assumendosi tutte le colpe, poi ha vinto 11 partite consecutive in casa ed � sempre rimasto nelle prime cinque della classifica.
�Il merito della squadra � stato di unirsi e poi stringere un legame col pubblico, con i tifosi. Chi ci guarda apprezza il nostro atteggiamento, la dedizione, e credo che il “modo” in cui le nostre vittorie in Eurolega sono arrivate abbia creato una certa atmosfera. Giro le citt� e sento affetto per quello che stiamo facendo in Europa: oggi siamo il simbolo del basket italiano, dove giochiamo si riempie il palasport, rappresentiamo il desiderio di avere un club al vertice dell’Eurolega, al di l� dei campanili. La Segafredo Arena � diventata la nostra corazza dei supereroi: tuttavia sappiamo che lo sport � fatto di episodi e semplicemente siamo stati bravi a indirizzarli a nostro vantaggio�.
Qualcuno sostiene che lei pratichi un basket �spirituale�, opposto a quello �scientifico� di alcuni suoi colleghi. Che ne pensa?
�Non mi permetto di commentare gli altri. Nella mia visione, i giocatori sono al centro e il coach lavora per valorizzarli, non sta sopra di loro. Quella dell’allenatore � una “servant leadership”, lui fa le scelte ma � al servizio della squadra. Alla Virtus c’� rispetto dei ruoli e le gerarchie sono chiare�.
Alcuni veterani, come Hackett e Belinelli, sembrano ringiovaniti e lei in campo parla spesso con loro.
�Io sono un ladro di idee: dai giocatori, dai colleghi, da tutti. Nessun coach conosce la pallacanestro meglio dei suoi giocatori: io ipotizzo, loro realizzano. Sarei matto se non parlassi con Belinelli, uno con vent’anni di esperienza dalla Nba all’Europa. Non devono mancarmi la curiosit�, la ricerca, la voglia di sperimentare. Devo prendere ci� che atleti come Marco, come Hackett, come Shengelia, portano in palestra e renderlo patrimonio della squadra. E poi via, non sono mica solo rose e fiori: a volte mi mandano anche a quel paese�.
Per lei i giocatori sono tutti uguali, come pensa Arrigo Sacchi, o con ognuno c’� un rapporto diverso, come sostiene Julio Velasco?
�Ogni giocatore � diverso e porta richieste diverse. Il mio compito � provare a essere giusto, non equo�.
Sembra passata una vita ma Banchi sei mesi fa ha portato la Lettonia, nazione con un milione di abitanti, al quinto posto ai Mondiali. Come ci � finito?
�Ho sempre pensato che uno allena dove lo chiamano. In Lettonia ho costruito una struttura, ho detto no al Baskonia per poter continuare il lavoro ai Mondiali: con che faccia avrei potuto guardare i giocatori se li avessi abbandonati? In un Paese cos� piccolo occorrono passione per scovare talenti in leghe minori e creativit� per costruire su di loro. E il risultato � stato decisivo per rinfrescare l’opinione che il mondo del basket aveva di me come coach�.
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14 febbraio 2024 (modifica il 14 febbraio 2024 | 06:58)
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