Vietata la pubblicazione letterale delle ordinanze di custodia cautelare: la norma approvata con i voti della maggioranza e quelli dei gruppi di Italia viva e Azione riporta l’articolo 114 del codice di procedura penale alla sua origine
Enrico Costa, deputato e vicesegretario di Azione
Dopo l’approvazione alla Camera dell’emendamento firmato dal parlamentare di Azione Enrico Costa, ecco cosa cambia per la cosidetta “legge bavaglio”: l’articolo 114 del codice di procedura penale vieta la pubblicazione letterale degli atti d’indagine - compresi quelli non pi� coperti dal segreto - fino alla conclusione dell’indagine stessa; una regola inserita quando fu varato il nuovo codice perch� non si voleva che, prima del processo, il futuro giudice potesse venire a sapere ci� che, seconda lo spirito della riforma varata nel 1989, doveva conoscere solo durante il dibattimento e nel contraddittorio delle parti.
Ma dal 2017 a questa regola � stata applicata un’eccezione: l’ordinanza di custodia cautelare, cio� l’atto firmato dal giudice delle indagini preliminari in cui si illustrano le ragioni che lo hanno indotto a ordinare l’arresto di un indagato su richiesta del pubblico ministero, pu� essere pubblicata anche letteralmente, e non solo �nel contenuto� (cio� attraverso un riassunto), una volta che � stata eseguita. Cio� dopo che l’indagato e il suo difensore ne siano venuti a conoscenza. Una modifica introdotta quando ministro della Giustizia era Andrea Orlando per ragioni di trasparenza e chiarezza, basata sul principio che � meglio riprodurre il ragionamento del giudice e le prove a suo sostegno anzich� la sintesi di un giornalista.
L’emendamento approvato ieri dalla Camera con i voti della maggioranza e quelli dei gruppi di Italia viva e Azione (a quest’ultimo schieramento appartiene il deputato Enrico Costa, ex Forza Italia, che l’ha presentato) elimina questa eccezione e riporta quell’articolo del codice alla sua origine, vietando anche la pubblicazione letterale delle ordinanze di custodia cautelare.
Il problema resta quello della sanzione a chi viola la norma. Attualmente il reato commesso � �oblabile�, cio� si estingue, con un’ammenda che varia fra 58 e 258 euro. Ma anche su questo punto l’onorevole Costa ha gi� pronta una nuova proposta di riforma: aumentare di molto la sanzione pecuniaria ed escludere i giornali che pubblicano ci� che � vietato dalla fruizione dei fondi pubblici all’editoria.
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20 dicembre 2023 (modifica il 20 dicembre 2023 | 10:54)
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