Il medico omeopata e niente dettagli sulla malattia: polemiche nel Regno Unito sulla linea scelta da re Carlo
LONDRA – Il suo medico personale, che ha la supervisione delle cure per il cancro diagnosticatogli nei giorni scorsi, crede nell’omeopatia, una pratica di medicina alternativa non riconosciuta come valida dalla comunità scientifica. Il trattamento immediato da lui ricevuto per il tumore sottolinea il privilegio di cui gode il sovrano rispetto ai suoi sudditi, costretti a lunghe attese nella sanità pubblica, anche per malattie oncologiche. E la parziale trasparenza adottata da Buckingham Palace, rivelando che il re ha un cancro ma senza dire di che tipo, suscita un’ondata di domande senza risposta, a partire dal perché non è stato detto in quale parte del corpo lo ha colpito.
Sono le prime polemiche messe in moto dal male che ha colpito Carlo III. Appaiono sui giornali, tra gli esperti, sui social media. Naturalmente sono accompagnate dalla unanime solidarietà al Capo di Stato britannico, dalla speranza e dall’augurio di superare l’ostacolo, dalle dichiarazioni tranquillizzanti dei suoi portavoce. “A Sandringham sta magnificamente bene”, è il commento diffuso stamane: dopo il breve incontro di riappacificazione con il figlio Harry, venuto subito a trovarlo dall’America, martedì pomeriggio il re ha raggiunto la sua residenza di campagna nella contea del Norfolk, dove può riposare meglio che a Londra o a Windsor.
Le cure già iniziate per il cancro prevedono il day hospital, ovvero può farle continuando a vivere in una delle sue case, recandosi in clinica quando necessario.Ma intanto, com’era inevitabile, la malattia del re solleva anche interrogativi e inquietudine. Una prima questione è il fatto che il suo medico personale, scelto da Carlo ben prima della scoperta di avere un tumore, sia il dottor Michael Dixon, un medico 71enne notoriamente sostenitore dell’omeopatia, cioè della medicina definita dai dizionari come “pseudoscientifica” e in sostanza considerata alla stregua di un placebo della medicina tradizionale. Lo stesso Carlo è da sempre un accanito praticante di questo tipo di cure. Un atteggiamento per il quale aveva già ricevuto critiche in passato, perché il sostegno della monarchia a qualsiasi cosa è una sorta di marchio di garanzia di serietà e legittimità.
Tanto controversa è stata la sua scelta, che nel 2022, quando l’allora principe ed erede al trono rese noto di avere selezionato un medico omeopata come capo del suo staff medico, Buckingham Palace si sentì in dovere di aggiungere: “Il dottor Dixon non crede che l’omeopatia possa curare il cancro”. Appena due anni più tardi, è proprio con un cancro che devono confrontarsi Dixon e il suo paziente. Per alcuni esperti di medicina, con quella scelta il re ha dato un cattivo esempio, inducendo in sostanza la popolazione a credere in una medicina alternativa che non garantisce benefici.
Una seconda polemica è segnalata dal Guardian, il quotidiano britannico più fieramente repubblicano e antimonarchico. Mentre il re ha iniziato le cure pochi giorni dopo la diagnosi di avere un cancro, nel suo Paese i comuni cittadini sono costretti ad aspettare talvolta mesi sia per ricevere analisi oncologiche preventive, sia per il trattamento terapeutico se viene riscontrato un tumore. Per chi ha fretta c’è una sola alternativa: pagare e pagare salato, rivolgendosi alle costose cliniche private. Costose e private come del resto è la London Clinic, quella in cui Carlo si è sottoposto all’intervento correttivo per una prostata benignamente ingrossata, nel corso del quale gli è stato scoperto un cancro in un’altra parte del corpo. “Trecentomila persone hanno dovuto pagare per fare la chemioterapia negli ultimi cinque anni”, scrive il Guardian. Certo, non c’è da scandalizzarsi se il Capo di Stato riceve cure immediate: succede in qualunque Paese. E tuttavia il trattamento di favore nei suoi confronti sottolinea una differenza di classe, di potere economico, di condizione sociale, la sua appartenenza all’aristocrazia e all’élite.
Una differenza particolarmente stridente in un periodo come questo, con i giovani medici in sciopero per un salario migliore. E mentre, proprio ieri, la Bbc ha trasmesso un servizio su chilometriche code davanti agli ambulatori della Nhs (National Health Service, la sanità pubblica nazionale) per cure dentistiche.
È un giornale sull’altra sponda dell’oceano, ma molto letto anche a Londra, il New York Times, a chiamare in causa la casa reale su un altro punto: la decisione di dire che il re ha un cancro ma senza fornire dettagli. Una scelta che, scrive il quotidiano americano, ha fatto nascere tutta una serie di domande: che tipo di cancro? Quanto avanzato? Che forma di trattamento è richiesta? Una chemioterapia o d’altro genere? Quanto a lungo il re non potrà apparire nei suoi impegni pubblici? E poi la domanda più drammatica: sopravviverà? Se la cura non darà i risultati sperati, dovrà abdicare a favore del figlio William?
Come ogni paziente, riconoscono i giornali, Carlo ha diritto alla riservatezza. Un diritto di cui la monarchia ha fatto ampio uso in passato: sulla regina Elisabetta ancora non si conosce la causa esatta della morte. Suo figlio si è comportato diversamente, facendo sapere che il recente ricovero era per un problema alla prostata: una trasparenza deliberata, ha spiegato la casa reale, allo scopo di spingere la popolazione a fare le analisi preventive che possono salvare la vita. L’effetto è stato notevole: il sito della Nhs che fornisce informazioni sulla prostata ha ricevuto dieci volte più visite di prima. Per questo il re è stato molto lodato. Ma la trasparenza parziale sul cancro apre un dibattito. Perché in questo caso non è stato detto di più? Semplice desiderio di privacy o esigenza di celare una preoccupazione più grave? Tacendo sul tipo di tumore che affligge il sovrano, inoltre, Buckingham Palace ha dato il via alle supposizioni: poiché è stato detto che non riguarda la prostata, si tratta di un cancro alla vescica? Un linfoma, forse? Ai polmoni, anch’esso comune, dicono gli esperti, negli uomini anziani? Messe tutte insieme, queste domande e velate polemiche sono probabilmente destinate a crescere nei prossimi mesi. Anche perché palazzo reale ha reso noto che non pubblicherà regolari aggiornamenti sulla salute di Carlo.