Quattro studenti universitari su dieci non aprono un libro prima dell’esame

di Chiara Daina

L’allarme dell’Associazione italiana editori: gli studenti preferiscono studiare su �risorse light� come gli appunti. E quelli che usano i libri di testo preferiscono il formato cartaceo a quello digitale

 Quattro studenti universitari su dieci non aprono un libro prima dell’esame

La conoscenza non � solo un accumulo di informazioni, � un processo di costruzione di connessioni di senso. Cosa succede, dunque, se si liquida il ragionamento che sta dietro un concetto in poche righe annotate su un quaderno? In pratica, se si imparano la termodinamica, le rivoluzioni dell’800 e le patologie del cuore attraverso appunti e schemi striminziti, come cambia il sapere? Quali ricadute ci saranno sulla societ� futura? Domande lecite a fronte del quadro raccolto da un’ indagine dell’Associazione italiana editori (Aie) insieme a Talents Venture sulle abitudini di studio degli universitari in Italia , secondo cui pi� di quattro studenti su dieci non hanno aperto un libro per sostenere l’ultimo esame e si sono affidati soprattutto agli appunti personali (46%), integrati con slide (40%) e dispense (29%) fornite dal docente, riassunti fai da te (31%), prove di esami passate (23%), registrazioni delle lezioni (20%), sintesi (20%) o appunti (19%) di altri colleghi o materiale scaricato dal web (16%). Il motivo? Sono facili da usare e contengono l’essenziale per passare l’esame. �Quello che temiamo � che questo metodo di studio fatto esclusivamente di risorse light, rispetto al contenuto pi� articolato di un libro, crei un sapere fragile, finalizzato solo al superamento dell’esame, e porti a una povert� di competenze sul lavoro e a un indebolimento della capacit� di comprendere testi complessi e di analizzare problemi - commenta Maurizio Messina, presidente del Gruppo accademico professionale dell’Aie -. Un danno per s� e di riflesso per tutto il Paese e la sua classe dirigente�.

La ricerca (presentata marted� 6 febbraio alla Camera dei deputati) � stata svolta l’estate scorsa su un campione di mille universitari tra 19 e 30 anni. Quelli che dichiarano di aver preparato l’ultimo esame anche sui libri (anzitutto su richiesta del prof) e di aver usato gli esercizi digitali abbinati al testo, pari a quasi il 60%, hanno affiancato ai prodotti editoriali pi� spesso i materiali indicati dai professori (78%) , come articoli accademici, slide, dispense e quiz. Una percentuale simile di intervistati (71%) ha impiegato, in combinazione al manuale, materiali autoprodotti: appunti (in oltre la met� dei casi), lezioni registrate e mappe concettuali. In misura minore (54%) gli appunti di altri studenti e i riassunti trovati online.

�C’� la continua necessit� di semplificare i libri di testo. Quelli di medicina fino a vent’anni fa contavano di norma almeno 700 pagine, oggi circa la met� - riporta Messina -. L’abitudine di apprendere con strumenti pi� sbrigativi e superficiali � una scorciatoia che poi rischia di essere mantenuta fuori dall’universit�, quando si devono affrontare altre situazioni e si avranno di conseguenza meno abilit� critica e decisionale. Non voglio dire che gli appunti non servono. Questi sono una grande fonte di arricchimento ma non possono sostituire l’approfondimento di un libro�. Un’ultima considerazione sul digitale che non decolla. All’incirca otto studenti su dieci, emerge dalla ricerca dell’Aie, preferiscono i libri cartacei e chi sceglie la versione digitale in un caso su tre comunque lo stampa per intero o in parte. �Questo dato ci deve far riflettere. Tenuto conto - evidenzia Messina - che gli studenti pensano che il libro di carta sia vantaggioso perch� aiuta a concentrarsi e memorizzare meglio mentre quello digitale per ragioni etico-logistiche: sostenibilit� ambientale, accessibilit� da ovunque e facilit� di trasporto�.

6 febbraio 2024 (modifica il 6 febbraio 2024 | 11:11)

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