Processo Salone del Libro, Fassino assolto dalle accuse. Scagionata anche Antonella Parigi, ex assessore

diSimona Lorenzetti

L'ex primo cittadino: «Resta l'amarezza di aver subito per quasi 15 anni l'ombra di un sospetto». Assolta nel merito anche Antonella Parigi, ex assessore regionale alla cultura

Processo Salone del Libro, Fassino assolto dalle accuse

Piero Fassino ex sindaco di Torino

Cinque condanne. E dodici tra prescrizioni e assoluzioni. Si chiude così il processo sul Salone del Libro relativo alle presunte turbative d’asta sull’organizzazione dell’evento negli spazi del Lingotto e ai falsi in bilancio legati alla rendicontazione della Fondazione del Libro e della Musica. La sentenza del giudice Federica Gallone sancisce l’assoluzione – perché «il fatto non costituisce reato» e perché «il fatto non sussiste» – per due dei principali protagonisti di questo procedimento: l’ex sindaco di Torino Piero Fassino e l’ex assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi. Stessa sorte per altri dieci imputati: per alcuni il giudice ha espresso assoluzioni nel merito, per altri il «non doversi procedere» per intervenuta prescrizione.

Falso in bilancio

Dei 24 capi d’imputazione formulati dall’accusa, ne restavano in piedi solo tre: quelli relativi al falso in bilancio del 2015. Da qui la condanna a un anno per Giovanna Milella, che nel 2016 ha approvato il documento contabile dopo aver sostituito Rolando Picchioni alla guida della Fondazione. Per lo stesso episodio sono stati condannati tre revisori dei conti e un commercialista a pene variabili tra gli otto mesi e un anno. Anche questi reati saranno prescritti prima che si arrivi all’appello. «Questo processo non doveva neanche iniziare», è stato il commento a caldo dell'ex assessore Parigi. «Una sentenza che assolve nel merito, nonostante la prescrizione, parla da sola» aggiunge il suo legale, l'avvocato Luigi Chiappero.

Le parole di Fassino

Ampia la riflessione di Fassino al termine dell'udienza: «Sono molto soddisfatto, avevo ribadito l'assoluta correttezza del mio comportamento e la sentenza riconosce in modo netto e inequivocabile la mia innocenza ed estraneità a qualsiasi forma di illecito. Un'assoluzione tanto più evidente perché i magistrati avrebbero potuto prendere atto della prescrizione, invece hanno espresso un giudizio di merito che rende giustizia al mio operato».

L'ex primo cittadino ha anche precisato che «resta l'amarezza di aver subito per quasi 15 anni l'ombra di un sospetto. Fin dall'inizio era chiaro che non vi fosse alcun fatto che comprovasse le accuse infondate che mi venivano rivolte». Fassino, difeso dagli avvocati Nicola Gianaria e Francesca Violante, doveva difendersi dall’accusa di turbativa d’asta per il bando di gara aggiudicato a Gl Event e relativo all’organizzazione del Salone del Libro del 2015 e per quello del triennio 2016-2018. Imputazione che condivideva con Parigi (assistita da Luigi Chiappero). Inoltre, il deputato Pd rispondeva di turbativa anche in relazione ai bandi predisposti nel marzo 2016 per garantire a Intesa SanPaolo l'ingresso tra i soci fondatori della Fondazione e una sponsorizzazione esclusiva del Salone. Gare «geneticamente turbate», dove «è chiaro che si volesse dare un vantaggio a Gl e Intesa» aveva spiegato in aula il magistrato. 

«Inchiesta viziata dal pregiudizio»

Avevano invece parlato di inchiesta «viziata dal pregiudizio» e da un pensiero distorto secondo il quale «la politica non potesse agire in modo del tutto disinteressato e solo per il bene della città» gli avvocati difensori di Fassino, che nella loro arringa avevano insistito per un’assoluzione «nel merito» - oggi, 20 marzo, arrivata - che fugasse ogni dubbio sull’operato dell’ex primo cittadino. Analoga richiesta era giunta dall’avvocato Chiappero, che aveva messo in luce come le intercettazioni mostrassero proprio «la trasparenza» con cui aveva operato Parigi in quegli anni difficili in cui la kermesse era in bilico.

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21 marzo 2024 ( modifica il 21 marzo 2024 | 10:37)

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