Le cicatrici di Fico, i sorrisi di Metsola. E a Budapest piazza anti-Orbàn
C’è grande attenzione verso la Slovacchia, dopo l’attentato subito il 15 maggio dal premier populista Robert Fico: ancora ricoverato, è stato fotografato con le stampelle mentre votava in ospedale.
BRUXELLES La maggior parte dei Paesi Ue — ben 20 su 27 — vota solo oggi per rinnovare il Parlamento europeo. L’Italia ieri e oggi. Invece ieri sera hanno chiuso le urne Lettonia, Malta e Slovacchia, nel primo pomeriggio la Repubblica ceca che aveva aperto i seggi venerdì, quando si sono espressi anche gli irlandesi. A cominciare è stata giovedì l’Olanda. Insieme questi sei Paesi eleggono a Strasburgo 96 eurodeputati su 720, l’equivalente dei seggi che spettano alla Germania.
I risultati definitivi si sapranno solo stasera dopo le 23, perché per garantire la correttezza del voto è necessario aspettare che l’Italia chiuda le urne e sarà l’ultimo Paese a farlo. Come cinque anni fa l’incognita maggiore è rappresentata dall’estrema destra: quanto crescerà? In Olanda secondo gli exit-poll di giovedì l’ascesa di Wilder è stata bloccata dalla coalizione laburisti-verdi per un seggio di differenza (ma il margine di errore è proprio un seggio). A Malta, il Paese della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola che corre per essere riconfermata (è data come favorita per un secondo mandato alla guida dell’emiciclo), il problema non si pone perché si confrontano due partiti: quello laburista del premier Abela e quello nazionalista di Metzola, che fa parte del Ppe. In tutto Malta ha sei seggi.
C’è grande attenzione verso la Slovacchia, dopo l’attentato subito il 15 maggio dal premier populista Robert Fico: ancora ricoverato, è stato fotografato con le stampelle mentre votava in ospedale. Lo Smer, il partito del premier, è stato espulso dal Pse per le posizioni antieuropeiste, filorusse e anti-Ucraina. È tra i non iscritti e punta a una nuova casa, ma sono state smentite le voci delle settimane scorse di una possibile alleanza con il partito di estrema sinistra tedesco di Sahra Wagenknecht (Bsw), lanciato in gennaio. Alla formazione di nuovo gruppo «conservatore» di sinistra starebbe guardando anche il M5S, che nell’ultima legislatura è rimasto confinato tra i non iscritti. I pentastellati si sono detti pronti ad alleanze con le forze pacifiste e progressiste. La sfida in Slovacchia, dove vengono eletti 15 eurodeputati, è con i liberali di Michael Simecka. In Lettonia la corsa è per 9 seggi. Al partito di governo, Nuova Unità, che fa parte del Ppe e che ha tra i suoi candidati il vicepresidente della Commissione con delega agli Affari Economici Valdis Dombrovskis, i sondaggi attribuiscono 2 seggi e altrettanti al partito populista Alleanza Nazionale.
La Repubblica ceca, che elegge 21 eurodeputati, è guidata da Petr Fiala: con Meloni sono gli unici due leader conservatori al tavolo del Consiglio europeo. Il suo partito Ods, se Orbán con Fidesz dovesse entrare nell’Ecr come aveva chiesto in febbraio, sarebbe pronto a passare al Ppe. Ieri a Budapest, alla vigilia del voto, in decine di migliaia hanno partecipato alla manifestazione organizzata da Péter Magyar, leader della crescente opposizione.
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