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Caso Salis, Don Ciotti: “Dignità calpestata, la civile Europa tollera?”
"Oggi - dice - molti sono portati a pensare che uno stato "forte" sia uno stato giusto, dove però quella forza non è intesa in termini di autorevolezza degli organi di governo, e tenuta delle istituzioni democratiche, ma come prepotenza nei confronti dei cittadini inermi. Dobbiamo uscire da questo equivoco, se vogliamo garantire i diritti di Ilaria Salis e non solo. La sua situazione, che sentiamo vicina perché riguarda una cittadina italiana in terra straniera, ci obbliga ad aprire gli occhi anche sulle ingiustizie che colpiscono altri: i detenuti sottoposti a trattamenti simili, in Ungheria come altrove, o le persone di origine straniera che in Europa sono spesso alla mercé di leggi punitive e di una burocrazia ostile". Quindi, l'appello: "Chiediamo che ci sia un sussulto da parte della politica e di tutti gli organi competenti, affinché si arrivi al più presto a ripristinare condizioni di detenzioni accettabili per Ilaria, e la giustizia faccia velocemente il suo corso. È fondamentale che non debba scontare neppure un giorno in eccesso di una pena che ancora neppure sappiamo se abbia fondamento".