La protesta dei trattori, nessun agricoltore sul palco, a Sanremo verrà letta una nota. Ma in serata partiti 15 mezzi

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diAntonella Baccaro, inviata a Sanremo

La Rai: «Arrivate mail di singoli, non abbiamo un interlocutore preciso»

SANREMO La linea alla fine è stata decisa: la protesta dei trattori non conquisterà il palco di Sanremo benché quindici mezzi, organizzati dal gruppo Riscatto agricolo, siano già partiti ieri sera da Melegnano, diretti in Riviera. Il compromesso che i vertici Rai hanno raggiunto, non senza qualche discussione interna ma alla fine senza linee di frattura apparenti, è che durante il Festival si possa leggere un comunicato dei manifestanti (probabilmente affidato allo stesso conduttore) che gli agricoltori però dovranno consegnare per tempo. Insomma niente improvvisazioni o microfoni affidati a mani altrui.

Del resto la trovata di eliminare i monologhi dal Festival per fare spazio alle trenta canzoni sembrava perfetta per evitare polemiche. Così come la strategia di diradare la presenza di personaggi dello spettacolo (e di dirigenti) nelle prime file, raramente inquadrate, tranne la famiglia di Amadeus, per non ripetere il caso Fedez-Rosa Chemical. Per i vertici Rai in scadenza ad aprile, Sanremo è l’occasione per smontare con i record la narrazione di una Rai che non decolla, schiacciata dalla definizione TeleMeloni che anche ieri il direttore del Prime Time, Marcello Ciannamea, ha respinto, rivendicando il pluralismo, proprio nel giorno in cui sotto il cavallo di viale Mazzini un’opposizione dimezzata denunciava l’occupazione.

Voci di dissidi tra l’amministratore delegato Roberto Sergio e il direttore generale Giampaolo Rossi, legati da un patto della staffetta per la successione che il primo avrebbe rotto puntando alla conferma, circolano anche a Sanremo, alimentate dalle opposte fazioni ma smentite meccanicamente dagli interessati. In questo clima il rischio che la protesta dei trattori finisse per compromettere il Festival dei grandi numeri ha spinto i vertici a serrare i ranghi, sopire il clamore e tenere una linea intransigente. Ieri in conferenza stampa a Enrico Lucci che chiedeva ad Amadeus se volesse ritrattare sull’invito agli agricoltori, il conduttore è apparso meno deciso del solito: «Non ritratto. Le porte del Festival sono aperte a tutti, ma è la Rai a dover decidere…». Impossibile strappare anche solo una battuta a Fiorello, che di solito non si fa pregare. Ai due artisti sarebbe stata fatta pesare la leggerezza di aver dato adito alle polemiche, di qui la loro linea più defilata.

Così è toccato all’ufficio stampa spiegare che «all’organizzazione del Festival sta arrivando una serie di mail di singoli agricoltori o di piccoli gruppi (sarebbero 130, ndr). Non c’è un interlocutore preciso con cui entrare in contatto, non sappiamo con chi parlare». Interlocuzioni, smentite dall’ufficio stampa anche al pomeriggio, ma che il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri invece ammette tranquillamente, dichiarando di aver passato agli agricoltori i recapiti dei dirigenti Rai.

E si viene a sapere che per tutta la giornata di ieri, la Prefettura di Imperia sarebbe stata raggiunta da richieste di arginare la protesta in arrivo a Sanremo, appellandosi a ragioni di ordine pubblico. Sull’eventuale presenza di agricoltori sul palco di Sanremo, taglia corto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: «Non è una mia competenza l’organizzazione del Festival della musica, di solito al Festival si va a proporre musica e a cantare». Quindi nessun commento sulle scelte della Rai, anche se, suggerisce il ministro, «è importante capire chi rappresenta chi con la definizione ”gli agricoltori” perché c’è tutto un sistema di rappresentanza che nella nostra Costituzione è previsto». Come a dire che un gruppo circoscritto di agricoltori non può arrogarsi il diritto di parlare per tutti. Figuriamoci conquistare il palco di Sanremo.

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7 febbraio 2024

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