Cavo Dragone: «I missili a lungo raggio sono un rischio. Non invieremo soldati ma sarebbero pronti»

di Fabrizio Caccia

Il capo di stato maggiore: Putin ha fallito

Cavo Dragone: «I missili a lungo raggio sono un rischio. Non invieremo soldati ma sarebbero pronti»

Con l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, 67 anni, il capo di stato maggiore della Difesa, � arrivato il momento di fare un punto sulla grave situazione internazionale e sui rischi che corre il nostro Paese.

Partiamo da qui, ammiraglio: la Russia sta davvero vincendo la guerra?

�Direi proprio di no. Quello che Putin voleva ottenere, cio� una vittoria in tre giorni,

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arrivare a Kiev e sovvertire la governance ucraina, non � accaduto. Sono passati due anni e tutti i suoi obiettivi strategici sono falliti. Addirittura Finlandia e Svezia sono entrate nell’Alleanza atlantica che ora pu� contare su 32 Paesi. � vero, adesso � in corso un contro-contrattacco di Mosca, ma fa parte della dinamica degli eventi. L’importante � che non si affievolisca il sostegno internazionale, perch� la resistenza e il coraggio del popolo ucraino non sono cambiati, sono gli stessi di due anni fa�.

Vuole dire che l’Europa dovrebbe fare di pi� per aiutare l’Ucraina?

�S�, lo deve fare per aiutare gli ucraini ma non solo, anche per difendere i nostri valori, il nostro stesso modo di vivere. Perci� � necessario potenziare gli investimenti, essere coesi e lavorare sul multidominio, attrezzarci cio� per essere pronti su un ventaglio di arene: lo spazio, il cyber, la disinformazione. Sono queste le nuove frontiere�.

Il presidente francese Macron ha offerto di inviare le sue truppe a Kiev, il ministro Crosetto lo ha escluso. C’� preoccupazione tra i nostri militari?

�No, il governo � stato chiaro, i nostri militari non andranno, anche se — fatemelo dire con orgoglio — sarebbero preparati a intervenire in un simile scenario�.

Nel vertice di Weimar si � parlato di missili a lunga gittata da mandare in Ucraina: quanto sarebbero importanti per raddrizzare le sorti del conflitto?

�Non c’� dubbio che sarebbero importanti, ma andrebbero utilizzati con criterio. Occorre evitare il rischio di un effetto escalatorio e il coinvolgimento indiscriminato della popolazione�.

Il ministro Tajani ha sottolineato il pericolo nucleare. Quant’� grande?

�Beh, io credo che lo stesso Putin sia consapevole che l’uso del nucleare sarebbe una sconfitta anche per lui. Il mondo intero non avrebbe un domani�.

E per questo, forse, papa Francesco ha parlato del �coraggio della bandiera bianca�…

�La bandiera bianca nel mondo militare significa resa, ma penso che il Papa avesse in mente altro: il suo era un vero e proprio appello alla diplomazia per trovare una via negoziale che porti alla pace e salvaguardi l’essenza stessa della vita umana�.

Il ministro Crosetto nei giorni scorsi ha escluso il ritorno della naja obbligatoria ma ha parlato anche del problema dell’et� media sempre pi� alta tra le nostre forze armate. Ne potrebbe risentire l’operativit�?

�Lo escludo, anche perch� il governo sta gi� lavorando a un nuovo modello di sistema difesa-sicurezza integrato. L’ipotesi dei riservisti per esempio ha una sua validit�.

E, da ammiraglio, che pensa della missione Ue Aspides ma soprattutto del ruolo guida dell’Italia?

�La situazione nel Mar Rosso � degenerata e la missione quindi � necessaria: ricordo che il 40% delle nostre merci passa per il canale di Suez. Per quanto riguarda la guida italiana credo sia il riconoscimento al valore e all’impegno negli anni delle nostre missioni: in Iraq, in Kosovo, in Libano, nel Golfo Persico�.

La preoccupano le minacce degli Houthi all’Italia?

�Fanno parte della narrazione, ma non ci fanno paura. Abbiamo gi� reagito due volte ai loro attacchi, se capiter� la terza reagiremo ancora. Quando la nave Duilio ha abbattuto il drone, nel primo attacco, ho provato l’orgoglio di essere stato un marinaio e di essere un militare italiano. Il comandante Quondamatteo e il suo equipaggio sono stati bravi�.

Come vede il futuro?

�L’Italia ha bisogno che l’Alleanza atlantica faccia attenzione non solo al fianco Est ma anche al Sud, dove i cambiamenti climatici, i fenomeni migratori incontrollati, il rischio di infiltrazioni terroristiche, le mire di Russia e Cina, perfino gli idrocarburi e le terre rare dell’Africa usate come armi di ricatto, costituiscono una minaccia alla stabilit� dell’area. Guai ad abbassare la guardia�.

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17 marzo 2024 (modifica il 17 marzo 2024 | 07:50)

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