Altroconsumo, famiglie in crisi per i rincari degli alimenti. Le differenze tra Nord, Centro e Sud

I dati sulle famiglie

Stando ai dati, appare evidente che una famiglia su dieci (10%) ha avuto gravi difficolt� economiche con impossibilit�, nel 2023, a sostenere le principali spese in ogni ambito preso in esame. Nonostante la drammaticit�, il dato � rimasto comunque stabile rispetto al 9% del 2022 sebbene, ancora una volta, sia il peggiore dal 2018. Una famiglia su quattro (il 27%) ha, invece, dichiarato di non aver avuto problemi. Contestualmente sono aumentati nuclei familiari che faticano a risparmiare: tre su quattro (74%) hanno messo da parte poco o nulla (+4 punti percentuali sul 2022). Quelli che hanno avuto grosse difficolt� sono passati dal 35% al 40%.

Gli ambiti di spesa

Nel 2023 a creare maggiore difficolt� alle famiglie sono state principalmente le spese per l’abitazione (51% ha avuto difficolt� a sostenerle) e la salute (47%). A seguire quelle di mobilit� (42%) e di alimentazione: il 41%. Sono queste ultime, insieme alla salute, ad avere avuto il peggioramento maggiore con un aumento delle famiglie in difficolt� di 4 e 5 punti percentuali rispettivamente. Nel dettaglio, per quanto riguarda l’alimentazione le voci pi� problematiche sono state carne e pesce (47%), frutta e verdura (44%), con rincari sostenuti: +7 punti percentuali per entrambe le voci. In crescita anche il numero di quanti hanno fatto fatica a concedersi qualche sfizio come andare al bar o al ristorante: 44%, 8 punti percentuali in pi� rispetto al 2022.

Aree geografiche a confronto

Per quanto riguarda la comparazione fra le diverse zone della Penisola, appare chiaro il divario, nel 2023, tra Nord e Centro-Sud. �Le difficolt� a sostenere le spese sono state registrate per lo pi� al Centro (indice pari a 43,5), al Sud e nelle isole (43,6); migliore invece la situazione al Nord-Est (45,3) e soprattutto a Nord-Ovest (47,5)�. Rispetto all’anno precedente si nota una divaricazione tra le due aree settentrionali, con il valore del Termometro in calo di 1,4 punti per il Nord-Est e in aumento di 1 punto per il Nord-Ovest. Pi� stabile l’andamento del Centro (-0,6), del Sud e delle isole (+0,2). Non sorprende, quindi, che le regioni in cui si riesce ad affrontare meglio le spese restino principalmente nel Nord-Ovest. Il valore dell’indice � significativamente superiore alla media per Liguria (49,3), Lombardia (48,3) e Piemonte (47,1). Anche Trentino-Alto Adige, Sicilia e Veneto superano, seppur di poco, il dato medio. Le regioni invece in cui la capacit� di sostenere le spese � inferiore alla media sono Umbria, Campania, Calabria e Abruzzo.

Confronto per tipologia di famiglia

Passando al confronto per tipologia di famiglia, il titolo di studio resta un fattore importante quando si tratta di influenzare la capacit� di spesa: i nuclei familiari in cui entrambi i partner possiedono un titolo universitario hanno mostrato una migliore capacit� di affrontare le spese (50,0) rispetto a quelle in cui nessuno dei due � laureato (39,8). La situazione appare pi� agevole per chi vive da solo (49,3), mentre le difficolt� aumentano con l’aumentare del numero dei componenti della famiglia. Emerge con chiarezza come il titolo di studio rifletta diseguaglianze di reddito. �� fondamentale pertanto tornare a investire nell’istruzione per riattivare la scala sociale e aumentare il numero di giovani in possesso di una laurea o di un titolo di studio terziario, che nel nostro Paese � sensibilmente sotto la media europea (29,2% vs il 42% nella fascia 25-34 anni)�.

Le aspettative per il 2024

Ancora una volta si conferma la tendenza di consumatori e famiglie italiane a guardare al futuro con timore e pessimismo. Le attese sono infatti di un ulteriore peggioramento della situazione: l’indice che riflette le aspettative per l’anno in corso � inferiore di 1 punto rispetto a quello registrato l’anno trascorso. Un terzo degli intervistati (32%) pensa che la famiglia avr� pi� difficolt� a sostenere le spese nel 2024 rispetto a quanto avvenuto nel 2023. La met� (50%) stima che la situazione rester� invariata, mentre solo il 19% prevede che sar� pi� facile. Aspettative al ribasso anche per la capacit� di risparmio: il 76% ritiene che sar� difficile per la propria famiglia mettere soldi da parte nel corso del 2024 e il 44% immagina che sar� molto difficile, se non impossibile, farlo (rispetto al 40% del 2023).

Cosa succede all’estero

Il confronto con gli altri Paesi europei che hanno partecipato all’indagine mostra che, anche nel 2023, l’Italia si colloca a un livello simile alla Spagna (valore dell’indice 46,0), mentre in testa restano le famiglie belghe (53,5) e in coda quelle portoghesi (43,4). Meno positivo il fatto che l’Italia, come la Spagna, mostri una sostanziale stabilit� dell’indice rispetto al valore dello scorso anno: +0,2 per la Spagna, -0,1 per l’Italia, mentre Belgio (+1,4) e Portogallo (+1,3) fanno registrare un miglioramento. Sono le spese sanitarie a segnare il passo rispetto agli altri Paesi: la percentuale di famiglie italiane in difficolt� da questo punto di vista (47%) � particolarmente elevata rispetto a Spagna (38%), Portogallo (36%) e Belgio (28%).
�La stabilizzazione del quadro in cui versavano le famiglie italiane gi� nel 2022 rappresenta un dato solo apparentemente positivo perch�, sebbene indichi l’interruzione di un trend in progressivo peggioramento dal 2021, in realt� denota come ci si sia arenati in una situazione negativa e non si trovino soluzioni efficaci per invertire la rotta�, spiega Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo. �Anche gli elementi di contesto che avrebbero potuto avere un impatto positivo, come la crescita del Pil e l’aumento dell’occupazione, non sono riusciti a incidere nel senso di un miglioramento nella percezione che hanno gli italiani della loro capacit� di spesa in molti ambiti quotidiani. La mancata accelerazione della dinamica salariale e l’inflazione ancora alta per gran parte dell’anno hanno eroso ogni margine di miglioramento proiettando un’ombra di timore e pessimismo anche sul 2024�.