Trento, si vota la legge per il via libera all’abbattimento degli orsi, specie protetta: domani protesta degli animalisti davanti alla sede della provincia

Un gruppo di attivisti di Centopercentoanimalisti si è incatenato ieri al cancello di ingresso del centro recupero fauna alpina Casteller di Trento dove sono ospitati due orsi rimossi dai boschi perché considerati pericolosi. La manifestazione è stata indetta per chiedere la liberazione dei plantigradi. Uno degli esemplari è l'orsa JJ4, Gaia, che sarebbe coinvolta nella morte del runner 26enne Andrea Papi il 5 aprile dello scorso anno, deceduto mentre correva sui sentieri del monte Peller. Sull'esemplare pende un'ordinanza di abbattimento, firmata dal governatore Maurizio Fugatti, ora sospesa dal Tar che ha inviato gli atti per la decisione alla Corte di giustizia europea.

Incatenati al cancello

"Non ci togliamo le catene, finché non ci assicuriamo che gli orsi stanno bene. Fateci almeno vedere una fotografia", hanno ribadito gli attivisti legati al cancello. La polizia e il Corpo forestale del Trentino dopo 4 ore, alle 16.30, sono riusciti a rompere i lucchetti della catene con cui gli animalisti si erano legati al cancello del centro faunistico. Ma di fotografie o di risposte nemmeno l’ombra.

La protesta in piazza contro la legge

Intanto per domani, lunedì 4 marzo, i militanti di Stopcasteller hanno annunciato una protesta in piazza a Trento, fuori dal palazzo della Regione, sede della provincia autonoma dove è attesa l’approvazione definitiva della “legge ammazza-orsi”. Il disegno di legge che deve andare in votazione promosso dall’assessore Roberto Failoni e sostenuto dal presidente della provincia Maurizio Fugatti, prevede di abbattere fino a otto plantigradi all’anno. Perché, ha detto Fugatti, "i nostri orsi non li vuole nessuno e per la giunta provinciale quelli pericolosi e confidenti vanno abbattuti".

“Il fallimento della missione esplorativa”

Fugatti ha anche riferito che la missione esplorativa richiesta dal ministero dell'ambiente per il trasferimento degli orsi in eccesso nei Paesi dell'Est è fallita. "Questo ci porta con piedi per terra”, ha aggiunto Fugatti. “All'abbattimento non ci sono alternative perché lo spostamento in altri Paesi ora non è più un'opzione percorribile. In Slovenia, Croazia, Romania e Slovacchia eliminano gli orsi in soprannumero con concessione di permessi di caccia e accelerate procedure eccezionali per gli orsi pericolosi. Proprio su questo va aperto un dibattito a livello nazionale".

Le richieste di Oipa

"La gestione della biodiversità non è il suo forte, ormai lo abbiamo capito. Dunque, prova anche a scaricare le sue responsabilità", ha detto a proposito di queste affermazioni l’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali. L'associazione animalista ha anche annunciato che farà richiesta di accesso agli atti per prendere visione dei documenti prodotti dall'esplorazione diplomatica voluta dal ministero dell'Ambiente finita con un nulla di fatto. "Comunque siamo sollevati dal no dei Paesi dell'Est visto che in alcuni di questi l'orso è cacciabile”, continua Oipa. “Appare chiaro che questo è ciò che vorrebbe il presidente trentino. Cioè declassare la protezione dell'orso per consentirne la caccia. Ci opporremo in tutte le sedi affinché questo non avvenga, confidando anzitutto nel buonsenso dell'Unione europea e della polizia nazionale".