Non sar� un risultato di rilievo nazionale, ma il segnale � inequivocabile. Per la prima volta da quando ha vinto le Politiche a settembre del 2022, la destra vede la sconfitta: oltretutto da un cartello Pd-M5S pi� Avs, e a guida grillina. E, almeno politicamente, Giorgia Meloni perde pi� degli alleati. � vero che fino a notte fonda l’esito era apparso in bilico. Ma � stata la premier a scegliere, di pi�, a imporre il proprio candidato liquidando il governatore uscente della Sardegna; e a mobilitare l’intero governo con una presenza massiccia nella campagna elettorale. Il ritorno alla realt� � bruciante. Meloni e la maggioranza debbono fare i conti con un piccolo scossone che numericamente pu� voler dire poco. Sul piano politico, per�, promette di costringere lei e l’intera coalizione a una riflessione radicale. Troppa sicurezza di vincere. Troppa convinzione che bastasse un candidato qualsiasi per battere opposizioni unite quasi per caso, o per forza; e peraltro potenzialmente erose dalla lista di un velleitario �terzo polo�. Eppure, le Politiche del 2022 avevano segnalato una specificit� sarda, che regalava margini di manovra e di crescita a Pd e Cinque Stelle. Sottovalutarla � costato il risultato di ieri. Probabilmente non ci sar� nessun contraccolpo immediato sul governo. � prevedibile, tuttavia, un’impennata della tensione tra alleati, in particolare tra FdI e Lega. La tentazione delle accuse reciproche si � avvertita appena ha cominciato a delinearsi una vittoria sul filo di lana di Alessandra Todde, del M5S, sul meloniano Paolo Truzzu. Si tratta della premessa di un chiarimento dei rapporti di forza, comunque finisca: anche se con la percentuale sotto il 4 per cento raggiunta dal partito ieri, Salvini non potr� alzare troppo la voce.
Un eccesso di certezze. E qualche segnale
Semmai, dovrebbe essere indotto a rivedere l’intera strategia che lo ha sospinto all’estrema destra nel governo, e in contrasto costante con Palazzo Chigi. Il rifiuto di riconoscere la forza elettorale della premier lo ha portato a una resistenza sorda a livello locale; e allo scontro quasi quotidiano nell’esecutivo nazionale. La conflittualit� non ha portato voti alla Lega, anzi. E ha proiettato un alone di non detto e di contraddizioni sull’intera coalizione. Forse Meloni non aveva alternativa se non rivendicare il proprio candidato, per rispettare il primato ottenuto nel 2022. Il problema � come l’ha fatto, in Sardegna e altrove. L’assillo di marcare il territorio riscrivendo dovunque le gerarchie della maggioranza non ha contribuito ad avvicinare FdI, Lega e FI, spaventando i due alleati. Ma se analizzata con freddezza, la perdita della Sardegna dopo cinque anni di governo di centrodestra per paradosso potrebbe ritornare utile: sia in vista delle Europee di giugno, sia in una prospettiva meno breve. Di certo � necessaria una ricalibratura, che eviti ulteriori scontri nel governo e una consapevolezza pi� acuta del malessere sociale nel Paese: una situazione che in regioni come la Sardegna � particolarmente grave. Quanto all’alleanza �per caso� tra Pd e Cinque Stelle, pu� celebrare un risultato insperato e imprevisto. Ma forse festeggia pi� Giuseppe Conte di Elly Schlein. La segretaria del Pd � autorizzata a zittire gli avversari che contestano da mesi la sua scelta di inseguire il grillismo. � col Movimento che la sinistra si avvicina alla vittoria, diventer� la sua replica agli scettici. Ma al tempo stesso le sar� meno facile rintuzzare l’accusa di subalternit� al Movimento, perch� in Sardegna il successo che si profila � a trazione grillina. E questo sar� usato da Conte per replicare lo stesso schema anche altrove: in altre citt� e regioni.
L’elezione di Schlein un anno fa fu salutata come un modo per abbracciare e alla lunga svuotare il bacino elettorale dei Cinque Stelle: operazione che finora non solo non � riuscita ma ha dato un esito opposto. Conte che ieri sera � volato a Cagliari a abbracciare Todde, seguito da Schlein, � una conferma: il �laboratorio sardo� annuncia uno schema a doppio taglio. Sia perch� getta un’ipoteca sulla forza che dovrebbe guidare un’eventuale alternativa, con il capo grillino nostalgico di Palazzo Chigi; sia perch� � pi� facile stringere intese quando � in gioco un’elezione amministrativa. Se il traguardo sono le Politiche, lo sfondo cambia totalmente. Bisogna raggiungere un simulacro di accordo anche sulla politica estera, sui rapporti con Ue e Nato; e limitare la deriva populista sulle misure economiche, senza rimbalzare verso la demagogia del primo e secondo governo Conte: quest’ultimo insieme col Pd di allora. Strada lunga e accidentata, tra una Schlein atlantista e un Conte �pacifista�. Per questo il risultato della Sardegna dir� qualcosa anche sul voto europeo di giugno: su come si stanno assestando i pesi nelle opposizioni, e per suggerire a Meloni come correggere il percorso nel resto della legislatura. Le sar� indispensabile per mantenere consensi che i sondaggi mostrano pi� o meno intatti.
27 febbraio 2024, 01:51 - modifica il 27 febbraio 2024 | 01:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA
