Cani e gatti possono trasmettere ai loro padroni alcuni «superbatteri» resistenti: lo studio

diLaura Cuppini

Uno studio condotto in Portogallo e Regno Unito ha analizzato un gruppo di animali domestici e umani, trovando diversi casi di positività a E. coli e Klebsiella pneumoniae

Cani e gatti possono trasmettere «superbatteri» resistenti ai loro padroni

(Getty Images)

Cani e gatti di casa potrebbero avere un ruolo importante nella diffusione di batteri resistenti agli antibiotici: è quanto emerge da uno studio presentato al congresso della European society of clinical microbiology and infectious diseases (Escmid), tenuto a Barcellona. Gli autori hanno trovato prove del passaggio di batteri multiresistenti da cani e gatti malati ai loro proprietari (sani) in Portogallo e nel Regno Unito: il timore dunque è che gli animali domestici possano fungere da serbatoi e contribuire alla diffusione della antibiotico-resistenza (Amr, antimicrobial resistance). Il fenomeno ha raggiunto livelli preoccupanti in tutto il mondo. Le infezioni da batteri resistenti ai farmaci uccidono più di 1,2 milioni di persone all'anno e si prevede che i decessi toccheranno i dieci milioni entro il 2050; l'Organizzazione mondiale della sanità classifica la resistenza agli antibiotici come una delle maggiori minacce per la salute pubblica.

Combattere la resistenza

«Recenti ricerche indicano che la trasmissione di batteri resistenti agli antimicrobici tra uomini e animali, compresi gli animali domestici, è fondamentale per mantenere elevati i livelli di resistenza, sfidando la tradizionale convinzione che gli esseri umani siano i principali portatori di batteri Amr nella comunità - afferma Juliana Menezes, del Centro di ricerca interdisciplinare in Salute animale, presso l'Università di Lisbona -.
Comprendere e affrontare la trasmissione dei batteri Amr dagli animali domestici all'uomo è essenziale per combattere efficacemente la resistenza, sia nella popolazione umana che in quella animale».

E. coli e Klebsiella pneumoniae

Menezes e i suoi colleghi hanno analizzato campioni di feci e urine e tamponi cutanei di cani e gatti e dei loro proprietari per individuare gli Enterobacterales (una grande famiglia di batteri che comprende E. coli e Klebsiella pneumoniae) resistenti ai comuni antibiotici. Lo studio ha coinvolto 5 gatti, 38 cani e 78 umani di 43 famiglie in Portogallo e 22 cani e 56 umani di 22 famiglie nel Regno Unito. Tutti gli umani erano sani, mentre gli animali domestici avevano infezioni della pelle e dei tessuti molli o infezioni del tratto urinario.

I ceppi erano gli stessi

In Portogallo, in 3 gatti, 21 cani e 28 proprietari sono stati rilevati Enterobacterales che producono ESBL/Amp-C (beta-lattamasi), ovvero batteri resistenti alle cefalosporine di terza generazione. In cinque famiglie, una con un gatto e quattro con un cane, sia l'animale domestico che il proprietario erano portatori di batteri produttori di ESBL/AmpC. L'analisi genetica ha dimostrato che i ceppi erano gli stessi, il che indica che i batteri sono passati tra animale domestico e proprietario. Inoltre, in una delle cinque famiglie, il cane e il proprietario presentavano lo stesso ceppo di Klebsiella pneumoniae resistente agli antibiotici.

Direzione della trasmissione

Nel Regno Unito, un cane è risultato positivo a due ceppi di E. coli resistenti alle cefalosporine di terza generazione, ai carbapenemi e a diverse altre famiglie di antibiotici. Gli Enterobacterales produttori di ESBL/AmpC sono stati isolati in otto cani e tre proprietari. In due famiglie, sia il cane che il proprietario erano portatori dello stesso batterio produttore di ESBL/AmpC. Non è stato possibile dimostrare la direzione della trasmissione, tuttavia in tre delle case in Portogallo la tempistica dei test positivi per i batteri produttori di ESBL/AmpC suggerisce fortemente che i batteri sono stati trasmessi dagli animali domestici (due cani e un gatto) all'uomo.

Lavarsi spesso le mani

Menezes afferma: «I nostri risultati sottolineano l'importanza di includere le famiglie che possiedono animali domestici nei programmi nazionali che monitorano i livelli di resistenza agli antibiotici. Imparare di più sulla resistenza negli animali domestici aiuterebbe a sviluppare interventi informati e mirati per salvaguardare la salute degli animali e dell'uomo». I batteri possono essere trasmessi tra animali domestici ed esseri umani tramite carezze, baci e attraverso la manipolazione delle feci. Per prevenire la trasmissione i ricercatori raccomandano ai proprietari di praticare una buona igiene, tra cui lavarsi le mani dopo aver accarezzato il cane o il gatto e dopo aver maneggiato i loro rifiuti.

Isolare l'animale in una stanza

«Quando il vostro animale domestico non sta bene, prendete in considerazione la possibilità di isolarlo in una stanza per evitare la diffusione dei batteri in tutta la casa e pulite accuratamente le altre stanze» conclude Menezes. Tutti i cani e i gatti analizzati nello studio sono stati trattati per le infezioni e sono guariti. I proprietari non avevano sintomi e quindi non hanno avuto bisogno di cure.

17 aprile 2024

- Leggi e commenta