
Superbonus, ipotesi decreto “Salva Famiglie”, ma solo per un condominio su tre
ROMA — Il conto totale del Superbonus, da quando esiste, ha superato i 100 miliardi. Forse 113 miliardi, secondo quanto trapelava ieri dagli uffici della Ragioneria. E siamo sopra i 36 miliardi fissati come tetto annuale dalla Nadef di settembre. Non ci sarebbero dunque spazi per concedere proroghe o mini proroghe. Ma qualcosa si farà, ha fatto capire il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ieri in audizione alla Camera.

Le richieste di politica, costruttori e condomini
La spinta politica, nella stessa maggioranza di governo, è fortissima. I costruttori dell’Ance, come la presidente Federica Brancaccio diceva ieri a Repubblica, chiedono 2-3 mesi in più per salvare «30 mila condomini e 300 mila famiglie a rischio». Non ci sarà, quasi sicuramente, una norma nel decreto Milleproroghe atteso oggi in Consiglio dei ministri. Giorgetti preferisce un decreto a parte. Un “Salva Condomini” o “Salva Famiglie” perché sia chiaro che «qui non si proroga nulla». Anche se di questo si tratta.
Mix tra Sal straordinario e mini proroga
Un mix tra un “Sal straordinario”, ovvero uno Stato di avanzamento dei lavori al 31 dicembre che consenta di vedersi riconosciuto, con lo sconto del 110%, tutti i lavori fatti quest’anno, anche se non finiti, ma molto prossimi alla fine. E una piccola proroga, al massimo di un trimestre, per terminarli nel 2024, sempre mantenendo il 110%, senza scendere alla nuova percentuale del 70%.

Possibile protezione per un terzo dei lavori
I lavori non finiti, considerando i soli condomini e non le villette, valgono 12,74 miliardi, al 30 novembre (ultimi dati Enea). Di questi, l’Ance valuta come meritevoli di un sostegno meno di un terzo: 4 miliardi. In ritardo per fattori “esterni” – problemi con i crediti incagliati oppure per materiali consegnati tardi – e non perché si sono ridotti all’ultimo. Questi 4 miliardi sarebbero in capo a 30 mila condomini e 300 mila famiglie.
Mancano 1,6 miliardi
Lo Stato dovrebbe coprire il 40% di questi 4 miliardi, la differenza cioè tra lo sconto al 110% che perderebbero scavallando l’anno e il 70% previsto nel 2024. Si tratta di 1,6 miliardi che secondo Ance potrebbero essere caricati a metà sul deficit di quest’anno (in assenza di Patto di stabilità) e metà il prossimo: 800 milioni nel 2023 e 800 milioni nel 2024. La cifra del prossimo anno si potrebbe poi spalmare su quattro anni, per le regole Eurostat, con un peso da 200 milioni all’anno.
L’allarme della Ragioneria
Un mini piano con una mini proroga. Che però la Ragioneria non considera così “mini”. Perché 1,6 miliardi vanno comunque coperti. E trovare le coperture ora, in fine d’anno, con la manovra blindata da ogni assalto e un conto globale del Superbonus stellare, pare assai complicato.
Motivo per cui il decreto Salva-Condomini potrebbe anche arrivare a gennaio. Dando più tempo e fiato ai tecnici di consolidare il quadro. E finanziarlo.