Incriminata la talpa dell'Fbi che aveva accusato Biden e suo figlio Hunter: “Ha mentito sugli affari con la compagnia ucraina Burisma”

WASHINGTON - Il procuratore speciale David Weiss ha accusato un ex informatore dell'Fbi di aver mentito sugli affari del presidente Joe Biden e di suo figlio Hunter. Lo riporta il Washington Post. Secondo l'accusa, la talpa Alexander Smirnov ha fornito informazioni false nel giugno del 2020, in particolare sul fatto che la compagnia energetica ucraina Burisma pagò ad Hunter e Joe Biden 5 milioni ciascuno nel 2015 e nel 2016.

Smirnov, 43 anni, avrebbe inventato le affermazioni secondo cui il figlio del presidente degli Stati Uniti avrebbe chiesto il denaro per proteggere Burisma - nel cui consiglio d'amministrazione era all'epoca in carica - da un'indagine. Le prove di Smirnov sono state addotte dai repubblicani come prova del coinvolgimento collettivo dei Biden in un'impresa criminale, che alcuni membri del partito stanno usando come giustificazione per i tentativi, finora falliti, di impeachment del presidente Joe Biden. L'atto d'accusa del gran giurì depositato mercoledì presso la corte federale della California afferma che per almeno un decennio Smirnov ha agito come "fonte umana confidenziale" per l'Fbi, fornendo al suo responsabile informazioni da utilizzare nelle indagini criminali.

"Nonostante i ripetuti avvertimenti di fornire informazioni veritiere all'Fbi e di non fabbricare prove, l'imputato ha fornito all'Fbi informazioni false e sprezzanti su Joe e Hunter Biden", si legge nel documento. Secondo l'accusa del procuratore Weiss, nel giugno 2020 Smirnov ha raccontato per la prima volta al suo supervisore di incontri che, a suo dire, si erano svolti quattro o cinque anni prima, durante i quali i dirigenti di Burisma avevano detto di aver assunto Hunter Biden per "proteggerci, attraverso suo padre, da ogni tipo di problema".