
La nuova pista del fratello di Emanuela Orlandi: "I resti sono a Santa Maria Maggiore, chiedete all'ex ministro Franceschini. Il Vaticano non vuole la commissione d’inchiesta"
"Il Vaticano questa commissione bicamerale non la vuole perché non la può controllare, sappiate che Emanuela è un piccolo tassello di un sistema di ricatto, io sono a disposizione e spero di essere convocato quanto prima". Lo dice Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, nel corso del sit-in sotto al palazzo di Giustizia. Orlandi ha mostrato la lista delle persone che a suo dire andrebbero convocate sia dalle procure che stanno indagando, quella vaticana e quella romana, sia dalla Commissione di inchiesta approvata, il famoso "memoriale" già messo nelle mani del pm vaticano Alessandro Diddi.
Nel corso della manifestazione, Orlandi ha lanciato anche una ipotesi nuova sui resti di Emanuela chiamando in causa il cardinale Santos Abril y Castello, ex arciprete di Santa Maria Maggiore, e l'ex ministro della Cultura, Dario Franceschini.
"Il Cardinale Abril era a conoscenza di questa situazione - ha detto - è uscito che erano stati fatti dei lavori al campo Santo teutonico e dai messaggi whatsapp che noi possediamo tra due funzionari vaticani vicini a Papa Francesco nel 2014 emerge che avevano fatto delle indagini e avevano scoperto che sotto quelle tombe è stato trovato qualcosa poi dicono, 'no non sappiamo che cosa c'era dentro, c'era qualcosa in quella cassa e quella cassa mi è stata consegnata e io l'ho portata a Santa Maria Maggiore’.
“Se vuoi la conferma di questo - ha continuato Orlandi -, devi chiedere all'epoca non adesso al ministro dei Beni Culturali, Franceschini perché sono andati insieme da lui. E che ci vuole a chiedere a Franceschini, scusi lei nel 2014 ha autorizzato dei lavori a Santa Maria Maggiore? E si fanno delle indagini, si va lì e si vede, che ci vuole? Magari Franceschini è al di fuori di tutto però è informato su questi fatti".
