Taranto, l'ex Ilva passa allo Stato e (per la prima volta in 60 anni) si ferma per manutenzione. Nuovo picco di benzene

Nello stesso giorno in cui lo Stato, mediante il neo commissario Giancarlo Quaranta, entra nella gestione dell’ex Ilva la fabbrica di Taranto si ferma completamente. L’altoforno 4 (Afo4), l’unico ancora in marcia, è stato bloccato per manutenzione sulla parte alta del forno, sul piano tubiere e sul campo di colata. Anche se l’attività manutentiva dovrebbe durare soltanto per 24 ore è comunque la prima volta dalla nascita dello stabilimento nel 1964 che il ciclo integrale continuo viene fermato. In sostanza è come se il commissario Quaranta, profondo conoscitore degli impianti tarantini, abbia ereditato una fabbrica da rimettere completamente in moto dopo sessant’anni di ininterrotta produzione. 
E, in questo stesso primo giorno dello Stato al comando, Peacelink segnala un nuovo picco di benzene alle 10 di mercoledì 21 febbraio dalla centralina Arpa in via Machiavelli al quartiere Tamburi. Il valore registrato è stato di 28.91 nanogrammi per metro cubo, superando il livello soglia acuto di 27µg/m3 stabilito dall’Office of environmental health hazard assessment (Oehha) come limite oltre il quale si registrano effetti avversi sulla salute nelle cavie da laboratorio. «Questo episodio – commenta Alessandro Marescotti, di Peacelink, - solleva gravi preoccupazioni per la salute pubblica e sottolinea l’urgente necessità di misure preventive e correttive per proteggere la popolazione locale dagli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico». 
Intanto l’amministratore delegato uscente di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, chiede un incontro urgente al commissario Quaranta «per dare corso ad un sollecito passaggio di consegne. Preghiamo, con l’occasione, di chiarire le sorti delle altre società operative del gruppo, la cui attività è ancillare rispetto a quella di Acciaierie d’Italia spa». Proprio durante una riunione con il ministro Adolfo Urso il commissario ha chiesto al governo l’estensione dell’amministrazione straordinaria a tutte le società operative del gruppo, tra cui quella che si occupa di servizi marittimi e quella che gestisce la centrale elettrica della fabbrica. Un incontro, peraltro sollecitato dallo stesso ministro, è stato chiesto anche dai sindacati ed è stato posto in calendario nei prossimi giorni mentre Aigi ha confermato che la soluzione dei problemi delle aziende dell’indotto è il viatico per il funzionamento della fabbrica.